Disturbi dell’ordine pubblico, furti, molestie alle donne, risse: la situazione dell’asilo in Svizzera è inaccettabile. Il consigliere federale Jans e i suoi funzionari minimizzano i fatti e rifiutano di adottare misure efficaci.

Pochi giorni fa a Kreuzlingen, nel Canton Turgovia, si è verificata una rissa di massa davanti al centro federale di accoglienza per richiedenti asilo, che ha coinvolto cittadini marocchini e algerini. Un agente di polizia è rimasto ferito. Quali condizioni abbiamo attualmente in Svizzera? Individui che delinquono non dovrebbero trovarsi qui!
Il responsabile principale è a Berna: il Consigliere federale PS Beat Jans. Ma il suo dipartimento non ha trovato soluzione migliore che liquidare la questione come un «caso isolato» e sottolineare la buona assistenza fornita ai richiedenti asilo: «Hanno la possibilità di rivolgersi al personale di assistenza – infermieristico o spirituale – che garantisce un sostegno, se necessario». Team di assistenza per i migranti richiedenti asilo… e che ne è del poliziotto svizzero con lesioni alla testa?
«Chi accoglie mezza Calcutta non salva Calcutta, ma diventa Calcutta», disse una volta Peter Scholl-Latour. Siamo sulla buona strada anche noi. La politica svizzera in materia di asilo è un fallimento e contro la nostra stessa popolazione: ci costa miliardi ogni anno, mette a rischio la nostra sicurezza e ci rende sempre più stranieri nel nostro stesso Paese.
I reati commessi dai richiedenti asilo sono triplicati
Il caso è la dimostrazione esemplare di quanto sia andato perso il buon senso nella politica in materia di asilo, dove pervade il caos, e quanto il Dipartimento di Jans non intraprenda alcuna azione volta a migliorare la situazione ma agisca invece in modo distaccato e scollegato dalla realtà. Vengono presentate strategie di asilo poco incisive e misure inefficaci (come l’inadeguata procedura di 24 ore), con le quali si cerca di sviare l’attenzione della popolazione, mentre ogni proposta di soluzione concreta avanzata dall’UDC viene ostacolata.
Il gruppo parlamentare dell’UDC presenterà ancora diverse mozioni questa settimana. Ad esempio contro i richiedenti asilo che non rispettano le regole e commettono reati: non rispettano gli orari di uscita, tornano al centro di accoglienza in stato di ebbrezza, viene loro negato l’accesso e disturbano la popolazione, molestando le giovani donne, insultando gli anziani, viaggiando senza biglietto, causando danni materiali e commettendo furti nei negozi. I reati commessi dai criminali richiedenti asilo sono più che raddoppiati dal 2021, raggiungendo i 6’147 casi nell’ultimo anno.
Arresto e coprifuoco
Ora occorrono misure rigorose per proteggere la popolazione svizzera dalle cosiddette «persone in cerca di protezione». Chi non rispetta le regole, mette a rischio la sicurezza pubblica o è coinvolto in un procedimento penale deve essere sottoposto a un coprifuoco o a un arresto fino a 10 giorni. Chi commette reati non può trovare accoglienza nel nostro Paese e questo deve essere finalmente applicato senza eccezioni.
Cosa deve ancora accadere affinché anche gli altri partiti comprendano finalmente che non si può andare avanti così? Continueremo a esercitare pressione affinché finalmente qualcosa cambi. Grazie all’iniziativa per la protezione delle frontiere «Stop agli abusi nell’asilo!» dell’UDC – che il Consiglio federale, come tutte le altre misure efficaci, naturalmente respinge – alla fine sarà il popolo svizzero ad avere l’ultima parola.