Secondo certi articoli della stampa, l’UE ha deciso di riconoscere solo temporaneamente la borsa svizzera allo scopo di forzare la Berna federale a concludere rapidamente un accordo-quadro con lei. Questo nuovo attacco dell’UE interviene poco dopo la sua decisione, che ha sorpreso perfino il Consiglio federale, di porre la Svizzera su una “lista grigia”. Bruxelles ha riconosciuto senza alcuna contropartita le borse degli Stati uniti, di Hong Kong e di Australia. L’intenzione è evidente: ricorrendo q questi sotterfugi tecnici di secondo ordine, l’UE tenta di imporre alla Svizzera un accordo-quadro che, in realtà, è un trattato di tipo coloniale, perché impone al nostro paese una giurisprudenza straniera, la ripresa automatica del diritto UE e l’accettazione di sanzioni punitive in caso di divergenze. Questo comportamento dimostra perfettamente lo stato d’animo che regna a Bruxelles. Evidentemente, la maggioranza del Consiglio federale è nel marasma di fronte alla durezza con la quale la burocrazia di Bruxelles difende i suoi interessi. È anche una grande sconfitta per la delegazione svizzera ai negoziati con l’UE. Bruxelles ha fatto perdere la faccia ai negoziatori elvetici. Come ci si poteva aspettare, il miliardo di franchi per la coesione dell’UE che il Consiglio federale si era affrettato a promettere all’UE non è servito assolutamente a niente. Il Consiglio federale s’è di nuovo fatto fregare da Bruxelles e ha auto silurato le proprie posizioni annunciando la conclusione di un accordo-quadro.
La debolezza e le tergiversazioni del governo nei rapporti internazionali sono preoccupanti. La maggioranza del Consiglio federale è manifestamente incapace di difendere gli interessi della Svizzera. L’UDC invita con insistenza il governo nazionale a dare finalmente prova di fermezza riprendere in mano la situazione in occasione della seduta di domani. Fra le contromisure da adottare si potrebbe, per esempio, pensare alla sospensione della ripresa di rifugiati da paesi UE o l’abbandono del versamento del miliardo per la coesione. Il governo deve in ogni caso far comprendere chiaramente a Bruxelles che la conclusione di un accordo-quadro come quello preteso dall’UE è inaccettabile per una nazione indipendente come la Svizzera. Questo progetto deve essere cancellato dalla lista degli obiettivi politici previsti per l’anno prossimo. Il Consiglio federale deve finalmente assumersi la sua responsabilità governativa, facendo chiaramente capire all’UE che il nostro paese non cede al ricatto.