L’UDC è lieta di constatare che la sua lotta decennale ha dato i suoi frutti. L’accordo istituzionale con l’UE avrebbe significato una massiccia perdita di sovranità per la Svizzera – e avrebbe minato la democrazia diretta. Oggi, il Consiglio federale ha finalmente compreso che i negoziati su questo trattato di sottomissione andavano chiusi.
“Grazie agli instancabili sforzi dell’UDC durante tutti questi anni, l’accordo istituzionale con l’UE non è più un tema”, dice il presidente dell’UDC Marco Chiesa. Ciò significa che la Svizzera manterrà la sua indipendenza e la sua autodeterminazione. Il Popolo svizzero non perderà il suo ruolo di legislatore supremo a discapito dell’UE. “Oggi è una vittoria per la democrazia diretta e quindi per il Popolo svizzero”, dice Chiesa.
Tuttavia, dobbiamo rimanere vigili. Dobbiamo fare in modo che, in futuro, il Consiglio federale non ripeta gli stessi errori che ha commesso durante i negoziati sul fallimentare accordo quadro. Il seguente principio rimane non negoziabile: non ci dovrà mai essere un accordo in cui la Svizzera si sottomette al diritto e ai giudici europei.
Il Consiglio federale deve rispettare la decisione del Parlamento
“Sia il Consiglio nazionale che il Consiglio degli Stati hanno accettato questo principio”, rammenta Chiesa, ricordando la mozione dell’UDC “Posizioni strategiche sulle relazioni della Svizzera con l’Unione europea”, che è stata approvata dal Parlamento e per la quale anche il Consiglio federale si era espresso favorevolmente. Il punto 3 della mozione recita: ” La Svizzera non stipula trattati che, in generale, limitano la propria sovranità a livello giuridico o di fatto. In particolare, non si impegnerà a recepire automaticamente la futura legislazione dell’UE, né nell’ambito degli attuali accordi bilaterali né nel quadro di accordi futuri, e non si sottoporrà alla giurisdizione UE o SEE “.
L’UDC chiede in modo risoluto al Consiglio federale di attenersi in futuro a questa decisione parlamentare, senza se e senza ma, e di comunicarlo anche a Bruxelles: Non ci sarà mai un accordo che preveda l’adozione automatica del diritto europeo e la subordinazione della Svizzera alla Corte di giustizia europea.
No al salasso miliardario a spese dei contribuenti svizzeri
Pare che il Consiglio federale sia intenzionato a placare l’UE con l’ausilio di contributi miliardari (i cosiddetti “contributi di coesione”). Nessun paese al mondo paga un premio di accesso a un mercato e la nostra industria d’esportazione non ne ha alcun bisogno. I prodotti svizzeri vengono acquistati all’estero per la loro eccellente qualità, non perché la Svizzera paga per venderli. Inoltre, la bilancia commerciale pende a favore dell’UE. L’UDC rifiuta quindi categoricamente questo salasso a spese dei contribuenti svizzeri e si aspetta che il Parlamento si attenga coerentemente alla sua decisione di bloccare il miliardo di coesione finché Bruxelles continuerà a discriminare la Svizzera.
Rapporto bilaterale paritario
L’UDC si aspetta che i rapporti tra la Svizzera e l’UE si sviluppino in futuro su un piano di parità e nel rispetto della democrazia diretta e dell’indipendenza del nostro paese. L’UDC esige anche che l’UE rispetti pienamente i suoi obblighi nell’ambito degli accordi bilaterali in vigore. In caso contrario, il Consiglio federale è chiamato a ripagare l’UE con la sua stessa moneta in caso di violazioni discriminatorie degli accordi, adottando contromisure di ritorsione – in modo che Bruxelles si renda finalmente conto che si sta danneggiando da sola con il suo atteggiamento.
L’UDC celebrerà l’indipendenza della Svizzera il 26 giugno con falò in tutti i cantoni e una cerimonia ufficiale – i dettagli saranno annunciati per tempo.