Punire il merito, distruggere la proprietà – NO all’iniziativa di espropriazione dell’estrema sinistra della GISO
L’iniziativa di espropriazione della GISO è un attacco frontale ideologico contro l’economia svizzera, la classe media e la libertà d’impresa. Sotto la copertura della protezione del clima e della giustizia, i giovani socialisti non vogliono altro che l’abolizione del capitalismo e l’introduzione di un eco-socialismo – una sorta di DDR 2.0.

L’imposta del 50% richiesta sulle successioni e sulle donazioni superiori ai 50 milioni di franchi richiesta dall’iniziativa non colpisce i “super-ricchi”, ma le imprese familiari che, nel corso delle generazioni, hanno creato valore, garantito posti di lavoro e assunto rischi. Questa iniziativa non contribuisce all’equità, ma è espressione di pura invidia e di un’ideologia di redistribuzione ostile all’economia.
Le conseguenze sarebbero devastanti: le aziende dovrebbero essere vendute, il capitale migrerebbe all’estero, andrebbero persi posti di lavoro e innovazione e, alla fine, sarebbero le piccole e medie imprese a pagare il prezzo più alto. Anche il Consiglio federale mette in guardia da massicce perdite fiscali fino a 3,7 miliardi di franchi all’anno. Un affare in perdita, sia sul piano economico che politico.
Anche all’interno del PS si alzano voci piuttosto critiche: il Consigliere agli Stati Daniel Jositsch definisce giustamente la proposta come un’«iniziativa dettata dall’invidia», difficilmente attuabile dal punto di vista giuridico. Chi desidera il benessere deve combattere la povertà, non la ricchezza. Questa iniziativa mette a rischio la pace sociale, la fiducia nello Stato di diritto e la sostanza economica del nostro Paese. È un attacco al merito, alla proprietà e alla libertà, nonché un inganno che, con il pretesto della protezione del clima, promuove forzatamente l’uguaglianza socialista.
Diego Baratti, Vicepresidente UDC Ticino Sottoceneri e Vicesindaco Ponte Capriasca, Ponte Capriasca (TI)