Giornale del partito UDC-Parlar chiaro novembre 2025

Il centro-sinistra desidera una Svizzera da 10 milioni?

Il dibattito al Consiglio nazionale ha confermato un punto: solo l’UDC pone il tema dell’immigrazione con la necessaria concretezza. La nostra iniziativa per la sostenibilità chiede una limitazione chiara e praticabile dell’immigrazione nella Costituzione. Il Parlamento la respinge, ma sarà la popolazione a decidere.

di Diego Baratti, Vicepresidente Sottoceneri UDC Ticino e Municipale, Ponte Capriasca (TI)

Il confronto è stato uno dei più lunghi degli ultimi venticinque anni. Più di 100 consiglieri nazionali sono intervenuti sull’iniziativa dell’UDC contro una Svizzera da 10 milioni di abitanti. Il semplice numero di interventi mostra quanto l’immigrazione di massa sia ormai una questione centrale per il Paese. E non solo tra gli addetti ai lavori: anche nella popolazione cresce il senso di preoccupazione.

I motivi sono noti e concreti: perdita di identità, peggioramento della qualità di vita, densità abitativa sempre più alta, carenza di alloggi, infrastrutture sotto pressione. Problemi reali, che non si risolvono facendo finta che non esistano. Nonostante ciò, 121 rappresentanti del popolo hanno preferito ignorarli, votando contro una misura di buon senso come l’iniziativa sulla sostenibilità. Al contrario, l’UDC ha difeso la propria proposta in modo coerente e basato sui fatti. L’iniziativa è stata sostenuta all’unanimità dal gruppo UDC.

Il PLR parla di «iniziativa caotica». Ma il caos non deriva da una regolazione ragionevole dell’immigrazione, bensì dal suo opposto: dall’afflusso incontrollato di centinaia di migliaia di persone ogni anno.

La sinistra sostiene che limitare la crescita a 10 milioni di abitanti sarebbe «anti-prosperità». I dati dicono altro: la prosperità pro capite ristagna da anni proprio a causa della crescita demografica incontrollata. Persino i Verdi, pur definendo l’iniziativa «anti-crescita», riconoscono implicitamente i limiti del modello attuale—un paradosso che non sfugge a nessuno.

Ora la parola passa al Consiglio degli Stati. Se non verrà proposta alcuna alternativa, la popolazione voterà a giugno 2026. Solo allora si vedrà se la Svizzera vuole restare fedele al proprio equilibrio o imboccare la strada verso un Paese da 10 milioni (o più) di abitanti.

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