Giornale del partito UDC-Parlar chiaro novembre 2025

Un deciso NO! È l’unica risposta che va data a questo accordo.

Firmereste un contratto che la controparte può modificare unilateralmente in qualsiasi momento a proprio vantaggio? Vi impegnereste ad accettare tali modifiche sotto pena di sanzioni? Accettereste un contratto la cui interpretazione spetta esclusivamente all’ufficio legale della controparte e per il quale dovreste inoltre versare miliardi ogni anno? Certamente no! Tuttavia, è proprio questo che ci attende con il trattato di sottomissione all’UE.

Negli ultimi quattro mesi, il gruppo parlamentare alle Camere federali dell’UDC ha esaminato il trattato di completa sottomissione all’UE in dieci gruppi di lavoro, ciascuno guidato da un Consigliere nazionale: il pacchetto di accordi comprende 2’228 pagine. A ciò si aggiungono 20’897 pagine di atti legislativi secondari (17’968 pagine di atti legislativi dell’UE e 2’929 pagine di atti legislativi svizzeri), decine di atti legislativi terziari dell’UE, decisioni della Commissione europea e sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea.

Il gruppo parlamentare dell’UDC esaminando attentamente il pacchetto di accordi con l’UE è giunto a una sola conclusione: il risultato è estremamente preoccupante. Ecco le conseguenze dell’accordo di sottomissione all’UE per la Svizzera:

  1. Aderenza graduale all’Unione Europea
    Il trattato di sottomissione introduce gradualmente la Svizzera nell’Unione Europea.
  2. Cessazione della via bilaterale
    I
    n futuro, l’UE stabilirà le norme giuridiche per la Svizzera e la Svizzera si impegna ad adottarle. In questo modo, il legislatore svizzero – Popolo, Cantoni e Parlamento – viene escluso: l’UE decide e la Svizzera esegue. Ciò rappresenta l’opposto di un accordo bilaterale tra pari.
  3. Adozione obbligatoria del diritto dell’Unione Europea
    In futuro, alcuni settori centrali della politica svizzera saranno determinati dall’UE: regolamentazione dell’immigrazione, accesso alle assicurazioni sociali svizzere, politica economica, regolamentazione del mercato del lavoro, politica dei trasporti terrestri e aerei, politica agricola (spazio UE di sicurezza alimentare), mercato dell’energia elettrica e alcuni aspetti della politica sanitaria svizzera. L’adozione del diritto dell’UE da parte della Svizzera sarà monitorata dalla Commissione europea e dalla Corte di giustizia dell’Unione europea.
  4. Esclusione del Popolo e dei Cantoni dal potere decisionale
    Qualora il popolo svizzero o il Parlamento dovessero rifiutare l’adozione di una disposizione dell’UE, il trattato di sottomissione prevede delle «misure compensative». La Svizzera autorizzerebbe così l’UE a emanare misure punitive o sanzioni nei suoi confronti.
  5. Corte di giustizia dell’Unione Europea in qualità di giudice sulla Svizzera

Nel contratto di sottomissione, nonostante il tribunale arbitrale, è in ultima analisi la Corte di giustizia dell’Unione europea – e quindi il tribunale della controparte – l’istanza che decide in caso di controversie. I pareri della Corte di giustizia dell’Unione europea sono vincolanti per il tribunale arbitrale.

  1. L’aumento dell’immigrazione viola l’articolo 121a della Costituzione federale
    Il popolo svizzero esige il controllo autonomo dell’immigrazione e nel 2014 ha quindi approvato l’articolo costituzionale 121a «Controllo dell’immigrazione». Il nuovo trattato UE produce l’effetto contrario: la libera circolazione delle persone verrebbe ulteriormente ampliata. I cittadini dell’UE otterrebbero il diritto di soggiorno permanente già dopo cinque anni. Potrebbero quindi rimanere in Svizzera anche se disoccupati o dipendenti dall’assistenza sociale. Il ricongiungimento familiare verrebbe ampliato e semplificato.
  2. Certezza giuridica e burocrazia dell’UE
    Sono soprattutto le associazioni economiche a richiedere un legame istituzionale con l’UE per motivi di «certezza del diritto», come se la Svizzera fosse un Paese in cui regna l’incertezza giuridica. Ciò che i funzionari delle associazioni non considerano è che la Svizzera dovrebbe rinunciare ai propri vantaggi e allinearsi all’UE. La Svizzera si sottoporrebbe in larga misura alla legislazione dell’UE, senza alcuna certezza su quali saranno le future disposizioni da adottare. La Svizzera dovrebbe inoltre adottare e applicare la moltitudine di regolamenti dell’UE. Tuttavia, proprio le imprese dell’UE lamentano l’eccessiva e costosa burocrazia dell’Unione, che compromette notevolmente la capacità innovativa e la competitività dell’Europa.
  3. Di seguito sono riportate ulteriori gravi conseguenze di questo contratto:
  • Nuovo regime di controllo degli aiuti: le direttive UE in materia di aiuti di Stato dovrebbero diventare vincolanti per la Confederazione, i Cantoni e i Comuni nei settori dell’energia elettrica, dei trasporti terrestri e del trasporto aereo. Ciò comprometterebbe completamente il nostro federalismo e l’autonomia dei Cantoni e dei Comuni.
  • Perdita di sovranità su strada e su rotaia: la graduale apertura del mercato mette a rischio le FFS, la puntualità e l’orario cadenzato. Sulle strade incombono i gigaliner e i principi di pedaggio dell’UE.
  • Agricoltura e regolamentazione alimentare nelle mani dell’UE: l’accordo sulla cosiddetta «sicurezza alimentare» è uno strumento di regolamentazione di ampia portata dell’UE. Alla base vi è la strategia dell’UE «dal campo alla tavola» (Farm to Fork), che comprende misure lungo l’intera filiera alimentare: dalla produzione, alla trasformazione, alla distribuzione, fino al consumo. Ciò ha un impatto diretto e significativo sull’agricoltura svizzera.
  • Decine di migliaia di studenti dell’UE a tariffe agevolate nelle università svizzere: il triplicamento delle tasse universitarie per gli studenti stranieri introdotto nel 2025 dovrebbe essere revocato. A pagare il conto sarebbero gli studenti svizzeri e i Cantoni.
  • Aumento delle imposte e delle tasse: l’UE richiede ora alla Svizzera, paese non membro dell’Unione, un «contributo finanziario regolare». Con tutti gli altri obblighi, il Consiglio federale arriva a 1,4 miliardi di franchi all’anno nel suo progetto di consultazione. Nella nostra analisi arriviamo a 2 miliardi di franchi, senza contare i costi indiretti derivanti dall’adozione della burocrazia dell’UE.
  • L’accordo sull’energia elettrica crea incertezza e prezzi più elevati: con l’accordo sull’energia elettrica, la Svizzera rinuncia alla propria autonomia in materia di politica energetica e mette a rischio la sicurezza dell’approvvigionamento. Dopo un periodo di sei anni, l’UE potrà attingere alle nostre riserve. La Svizzera dovrà produrre energia elettrica secondo le direttive dell’UE.
  1. La conclusione dell’UDC è chiara
    Questo accordo è in ogni modo svantaggioso per la Svizzera e la popolazione svizzera. Si tratta di un accordo di sottomissione all’UE. Pertanto, c’è solo una risposta possibile a questo accordo complesso: un deciso NO!
Circa l‘autore
Alain Bühler
UDC (TI)
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