La posizione risoluta del presidente Guy Parmelin a Bruxelles non deve oscurare il fatto che la maggioranza di centro-sinistra in Consiglio federale e in Parlamento vuole ancora sottomettersi all’Unione europea e sacrificare l’indipendenza della Svizzera. Il Consiglio federale deve respingere una volta per tutte le menzogne e i tentativi di ricatto dell’UE.
La prima buona notizia è che il presidente Guy Parmelin si è comportato egregiamente nel suo incontro con la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Bruxelles venerdì scorso. È stato risoluto e ha messo sul tavolo le posizioni negoziali della Svizzera in modo trasparente. Tuttavia, la massima cautela è ancora richiesta. Lo scellerato accordo istituzionale, che distruggerebbe la nostra democrazia diretta e la sovranità della Svizzera, non è affatto sepolto. L’UDC nota con incredulo stupore e fastidio il fatto che la maggioranza di centro-sinistra del Consiglio federale voglia ancora tenere un atteggiamento accomodante nei confronti dell’UE:
– Il mandato negoziale affidato alla negoziatrice Livia Leu contiene concessioni di vasta portata in merito alla protezione dei salari, alla direttiva europea sulla cittadinanza e agli aiuti statali cantonali. Questo equivale a una mezza capitolazione.
– Un mandato pericoloso perché il Consiglio federale ha già dato il suo assenso in merito alla ripresa dinamica del diritto europeo.
– La conseguenza logica di questa politica di sottomissione è che se l’UE accetta le fatali concessioni del Consiglio federale, non ci sarà via d’uscita da questa trappola diplomatica.
– Per l’UDC, la firma dell’accordo istituzionale è assolutamente fuori discussione ed è risoluta nel combattere contro la ripresa dinamica del diritto comunitario, la subordinazione della Svizzera alla Corte di giustizia europea e ai giudici stranieri.
I membri della Commissione della politica estera voglio prostrarsi dinanzi a Bruxelles
Tuttavia, la minaccia non è rappresentata solo dalla maggioranza europeista di centro-sinistra in Consiglio federale, ma anche dai turboeuropeisti nella Commissione degli affari esteri (CPE) del Consiglio nazionale:
– La maggioranza della CPE del Consiglio nazionale (con 17 voti contro 8!) vuole andare a Bruxelles non solo a inginocchiarsi, bensì a prostrarsi, e mette sotto pressione il Consiglio federale affinché “prosegua con i negoziati”. In altre parole, la Svizzera deve sottomettersi completamente alla volontà dell’UE.
– Ancora una volta, i turboeuropeisti in Parlamento non rappresentano gli interessi della Svizzera, ma quelli di Bruxelles.
– Ciò è doppiamente riprovevole dato che questi “rappresentanti del popolo”, poco inclini a tutelare gli interessi del proprio Paese, non stanno solo tradendo la Svizzera ma si sono pure alleati con la controparte. Una controparte che secondo i media, “ha mentito sfacciatamente” durante i negoziati.
Berna non deve farsi impressionare dai tentativi di ricatto da parte di Bruxelles
L’UDC si oppone con veemenza a queste azioni e continua a battersi coerentemente per la libertà, l’indipendenza, la democrazia diretta e il federalismo. Il Consiglio federale non deve lasciarsi impressionare dalle mistificazioni, dalle bugie e persino dai tentativi di ricatto dell’UE:
– Bruxelles, ad esempio, lega la partecipazione della Svizzera al programma di ricerca Horizon all’approvazione dell’accordo istituzionale e al pagamento del cosiddetto miliardo di coesione (in realtà è molto di più).
– L’UDC esige che i 6 miliardi di franchi destinati al programma di ricerca europea rimangano riservati alla ricerca svizzera.
– È necessario sottoscrivere accordi di cooperazione per la ricerca alternativi tra le nostre Università e i nostri istituti di ricerca e quelli presenti in Gran Bretagna, negli Stati Uniti, in Israele in Asia.
– Le migliori Università al mondo non si trovano in ogni caso nell’UE.
L’UDC si batte per dare sollievo alle imprese
Con una mozione della Consigliera nazionale Sandra Sollberger (“Progetto di legge federale sulla riduzione della densità delle regolamentazioni e la riduzione dell’onere amministrativo per le imprese”), l’UDC vuole alleggerire il carico burocratico che grava sulle aziende, soprattutto le PMI. Domani, giovedì, verrà avviata la consultazione in merito da parte del Consiglio federale. È essenziale per la sopravvivenza delle aziende che sono state colpite duramente dalle attuali restrizioni che le loro attività non siano ulteriormente ostacolate dalla burocrazia.