Dazi statunitensi: è necessario ora alleggerire l’economia!

Il Consiglio federale ha trascurato in modo imperdonabile le relazioni con gli Stati Uniti, come dimostra l’applicazione dell’aliquota doganale massima al 39%. Per evitare danni alla nostra economia e preservare il nostro benessere, è necessario abolire immediatamente le regolamentazioni e concludere ulteriori accordi di libero scambio. La Svizzera non deve in nessun caso legarsi all’UE ricattatoria, che sta regolamentando la propria economia fino alla rovina.

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Gli Stati non hanno amici, ma solo interessi. È evidente che il Consiglio federale e i suoi diplomatici non sono in grado di tutelare gli interessi della Svizzera. Lo dimostrano i risultati disastrosi dei negoziati sull’accordo di sottomissione all’UE, sull’acquisto degli aerei F-35 e ora sui dazi statunitensi. Con le aliquote doganali massime, la Svizzera si trova allo stesso livello di paesi come la Siria, l’Iraq e il Myanmar.

Il fatto che i dazi statunitensi per la Svizzera siano così elevati va anche interpretato come una risposta all’atteggiamento irresponsabile e arrogante del centro-sinistra, tanto più che il ministro della difesa Martin Pfister, nel bel mezzo dei negoziati con gli Stati Uniti, aveva chiesto di acquistare solo al massimo il 10% dei beni militari dagli Stati Uniti. Si tratta di commesse miliardarie in un settore fondamentale per gli Stati Uniti. Anche la richiesta del ministro degli esteri Ignazio Cassis di una soluzione a due Stati in Medio Oriente ha probabilmente peggiorato la situazione.

L’UDC chiede al Consiglio federale misure immediate per alleggerire l’economia:

  • abrogazione della decisione del Consiglio federale di acquistare solo al massimo il 10 % dei beni militari dagli Stati Uniti;
  • sospensione dell’imposta minima dell’OCSE;
  • riduzione dei prezzi dell’energia grazie alla produzione interna di energia elettrica affidabile e a prezzi accessibili;
  • nessun aumento unilaterale dell’IVA e degli oneri salariali senza un piano di risanamento globale dell’AVS;
  • nessun ulteriore onere derivante dal regolamento sul CO2;
  • nessuna proroga della durata massima dell’indennità di cassa integrazione a 24 mesi: non vi è alcun motivo per farlo, vista l’attuale carenza di personale qualificato;
  • nessun ulteriore ampliamento dello Stato sociale.

I negoziati con gli Stati Uniti devono proseguire. Occorre inoltre continuare sulla strada intrapresa con successo dal ministro dell’economia Guy Parmelin, che mira a concludere accordi di libero scambio con il maggior numero possibile di paesi. Ciò rafforza la nostra economia e rende il nostro Paese meno vulnerabile al ricatto. Un legame con l’UE ricattatoria e quindi l’adozione della mostruosa burocrazia e di tutte le norme dell’UE sarebbe invece la cosa più incosciente che la Svizzera potrebbe fare. Con il trattato di sottomissione all’UE, la nostra economia sarebbe ulteriormente gravata e meno competitiva a livello internazionale.

 
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