L’UDC accoglie con favore il fatto che il Consiglio federale stia finalmente rafforzando i controlli alle frontiere del Paese. Le persone non guarite e non vaccinate sono ora testate sia prima che dopo l’ingresso in Svizzera. Tuttavia, l’UDC continua a criticare l’estensione del requisito del certificato covid e chiede che il Governo federale paghi per i test, finché il certificato sarà in vigore.
Dal 31 marzo 2020, cioè da quasi 18 mesi, l’UDC chiede requisiti d’ingresso più severi per limitare la diffusione della pandemia di Covid-19 in Svizzera. Ora il Consiglio federale ha ceduto in una certa misura, a causa della pressione dell’UDC, e i controlli alle frontiere nazionali verranno finalmente rafforzati. I non guariti e i non vaccinati dovranno presentare un test negativo quando entrano in Svizzera. L’UDC accoglie con favore la decisione del Consiglio federale secondo cui coloro che entrano nel Paese e sono risultati negativi debbano inoltrare un altro risultato del test tra il quarto e il settimo giorno dopo l’ingresso. Dal punto di vista di una lotta efficace contro la pandemia, tuttavia, è insostenibile che i quasi 350.000 frontalieri siano esentati dall’obbligo di effettuare il test. In particolare, i datori di lavoro che impiegano tali lavoratori dovrebbero essere chiamati ad assumersi le proprie responsabilità.
L’UDC continua a criticare l’estensione del requisito del certificato e non comprende il fatto che il Coniglio federale si attenga al suo approccio di lasciare che i cittadini stessi paghino per i test Covid dal 1 ° ottobre. Essa ritiene fondamentale che il Governo federale continui a sostenere i costi dei test finché si applicherà in modo esteso l’obbligo del certificato.