I prossimi due anni saranno decisivi per il futuro della Svizzera – il gruppo parlamentare dell’UDC è pronto

La Svizzera si trova a un bivio: con il trattato di sottomissione all’UE, l’iniziativa di sostenibilità «No a una Svizzera da 10 milioni!» e l’iniziativa sulla protezione delle frontiere «Stop agli abusi nell’asilo!», nella seconda metà della 52a legislatura si getteranno le basi per il futuro del nostro Paese. Nel bilancio di metà legislatura, il presidente del gruppo parlamentare Thomas Aeschi sottolinea i successi ottenuti in favore della popolazione svizzera, in particolare nel settore dell’asilo. Anche nei prossimi due anni legislativi, il gruppo parlamentare dell’UDC si impegnerà con determinazione a favore della libertà, della sicurezza e del benessere del nostro Paese.

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In tutta Europa la politica in materia di asilo sta diventando più rigorosa, in alcuni casi in modo significativo, e praticamente tutti gli Stati hanno reintrodotto i controlli alle frontiere. Solo il responsabile della politica di asilo del PS, Beat Jans, continua a opporre resistenza. Il risultato? Centinaia di migliaia di casi di abuso del diritto di asilo, costi miliardari per i contribuenti svizzeri e un aumento significativo della criminalità tra i richiedenti asilo. Nella prima metà della legislatura in corso, il gruppo parlamentare dell’UDC ha comunque ottenuto importanti successi parziali in favore della popolazione svizzera. «Grazie all’UDC, il Consiglio federale deve adeguare le leggi in modo che i criminali richiedenti asilo non abbiano più diritto alla procedura d’asilo, al diritto di soggiorno e alla libertà di movimento», ha dichiarato davanti ai media a Berna Thomas Aeschi, consigliere nazionale (ZG) e presidente del gruppo parlamentare.

 

Il gruppo parlamentare dell’UDC è riuscito a impedire la libera circolazione delle persone a livello mondiale tramite il Patto ONU sulla migrazione, ha proseguito Aeschi. «Tuttavia, la maggioranza di centro-sinistra in Parlamento continua a rifiutare il necessario riassetto della politica di asilo» e per questo, attualmente, la Svizzera registra il numero più elevato di domande di asilo ogni 100’000 abitanti in Europa.

 

Grazie all’UDC, il popolo può porre fine all’immigrazione incontrollata
Per quanto riguarda l’immigrazione, la situazione è preoccupante: dall’introduzione della libera circolazione delle persone nell’UE, la Svizzera ha registrato un aumento di oltre 1,5 milioni di persone. Aumento degli affitti e carenza di alloggi, pressione sui salari e calo del potere d’acquisto, ingorghi e treni sovraffollati, cementificazione del nostro paesaggio, perdita di identità e di patria, aumento della violenza e della criminalità importata, calo della qualità dell’istruzione e immigrazione nello Stato sociale: quasi tutti i problemi che affliggono il nostro Paese e la popolazione svizzera sono riconducibili all’immigrazione smisurata e incontrollata. Anche in questo caso gli altri partiti si rifiutano però di prendere sul serio le preoccupazioni e le difficoltà della popolazione.

 

«L’UDC è l’unico partito che offre soluzioni efficaci», afferma Aeschi, riferendosi alle prossime votazioni popolari. Grazie alle iniziative dell’UDC «No a una Svizzera da 10 milioni! (Iniziativa per la sostenibilità)» e «Stop agli abusi nell’asilo! (Iniziativa per la protezione delle frontiere)», gli svizzeri potranno correggere alle urne l’irresponsabile politica migratoria del centro-sinistra.

 

Evitiamo un’economia basata sul debito come quella dell’UE!
La politica di sinistra e dei Verdi equivale a un vero e proprio prelievo dal portafoglio dei contribuenti svizzeri. Anche negli ultimi due anni legislativi, il gruppo parlamentare dell’UDC si è impegnato con determinazione per la riduzione delle imposte e dei contributi, e quindi a favore del potere d’acquisto della classe media che lavora duramente. Ad esempio, il gruppo parlamentare dell’UDC ha contribuito in modo determinante all’abolizione del valore locativo. Anche con l’abolizione della penalizzazione del matrimonio nell’imposta federale diretta, l’UDC intende alleggerire il carico fiscale dei cittadini e respinge con decisione l’aumento dell’onere fiscale sulle famiglie dovuto alla tassazione individuale. Inoltre, il gruppo parlamentare dell’UDC difende con coerenza il rispetto del freno all’indebitamento. «Un’economia basata sul debito come quella dei paesi dell’UE confinanti non deve assolutamente fare il suo ingresso anche in Svizzera», afferma Thomas Aeschi.

 

Nessun legame con l’UE in crisi
Con il previsto trattato di sottomissione all’UE, tuttavia, la decisione più importante della 52a legislatura deve ancora essere presa. Durante la consultazione, il gruppo parlamentare dell’UDC ha analizzato attentamente il trattato UE di oltre 2’000 pagine e le 20’000 pagine di direttive UE. Il risultato è sconvolgente: il previsto trattato UE equivarrebbe a una rinuncia della Svizzera. In particolare, l’obbligo di recepire il diritto dell’UE e di sottostare alla giurisdizione dell’UE costituirebbero violazioni essenziali della nostra Costituzione e violerebbero palesemente i valori fondamentali della Confederazione Svizzera, secondo Aeschi. Con il trattato di sottomissione all’UE, il popolo svizzero non avrebbe più voce in capitolo nel proprio Paese e non potrebbe più, ad esempio, regolamentare autonomamente l’immigrazione. A ciò si aggiungerebbero tributi per miliardi di franchi che i contribuenti svizzeri dovrebbero versare ogni anno a Bruxelles. L’UE, fortemente indebitata e in crisi, desidera infatti il nostro denaro. Aeschi: «Per questo motivo l’UDC si oppone con tutti i mezzi all’adesione all’UE, sia all’interno che all’esterno di Palazzo federale».

Volantino sulla metà legislaturà (PDF)

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