Gli arroganti benpensanti della sinistra s’infischiano dello Stato di diritto: la maggioranza social-ecologista che compone il governo di Basilea-Città, rifiuta di espellere un richiedente l’asilo afghano, mentre che una sentenza del Tribunale amministrativo federale lo esige.
Il modo in cui la maggioranza social-ecologista del governo cantonale di Basilea-Città si sta comportando nel caso di un richiedente l’asilo afghano respinto dalla giustizia, è un vero scandalo: l’esecutivo basilese viola il diritto federale, ignora una sentenza del Tribunale amministrativo federale e impone le sue proprie regole. Non si potrebbe far peggio in una repubblica delle banane.
In concreto, si tratta di un Afghano che, come riporta il quotidiano basilese “Basler Zeitung”, ha depositato una domanda d’asilo in Svizzera, dopo aver subito un rifiuto dalle autorità austriache. Ha preteso di essere minorenne mentre l’autorità di migrazione austriaca l’aveva già registrato come maggiorenne. Anche un’analisi delle ossa della mano effettuata in Svizzera è arrivata alla conclusione che questa persona è maggiorenne. Il Segretariato di Stato alle migrazioni (SEM) ha respinto la sua domanda d’asilo e ordinato il suo rinvio in Austria, conformemente alle norme dell’accordo di Dublino sul paese di prima accoglienza. Il Tribunale amministrativo federale ha confermato questa decisione.
La Confederazione deve intervenire a Basilea
Manifestamente, la maggioranza social-ecologista che controlla il governo cantonale di Basilea-Città, ignora i principi e le procedure dello Stato di diritto. Essa s’infischia del diritto d’asilo in vigore e delle sentenze dei tribunali, preferendo dar seguito a una petizione senza alcun effetto vincolante del Gran Consiglio basilese e rifiutare l’espulsione di questo Afghano. Di fronte a un comportamento così scandaloso e irrispettoso del diritto da parte di un governo cantonale, sarà solo una questione di tempo perché si assista anche nel settore dell’ambiente a decisioni così autoritarie per imporre in tutta illegalità delle “misure urgenti di protezione del clima”, come auspicano i fautori dell’attuale isteria climatica.
L’UDC invita la Confederazione a non tollerare questa azione solitaria dell’esecutivo basilese e a costringere quest’ultimo, ricorrendo ai mezzi costituzionali di cui dispone, ed eseguire la decisione di rinvio di questo Afghano. Sarebbe anche un segnale forte nei confronti dei cantoni come Neuchâtel, Vaud e Ginevra che, già da diversi anni, rifiutano di eseguire dei rinvii con il pretesto di una presunta competenza umanitaria.