In occasione delle sedute del suo gruppo parlamentare durante la sessione estiva 2016, l’UDC ha esaminato in dettaglio i problemi posti dal nuovo diritto sulla tutela dei minori e degli adulti. Essa ha deciso all’unanimità di depositare diversi interventi miranti in particolare a rafforzare i diritti di rappresentanza dei membri della famiglia rispetto alle autorità di protezione dei minori e degli adulti (APMA).
Entrato in vigore il 1° gennaio 2013, il nuovo diritto sulla tutela dei minori e degli adulti ha sostituito il vecchio diritto sulla tutela. La principale conseguenza è stata che i servizi di tutela dei comuni sono stati soppressi e che i cantoni hanno insediato delle autorità specializzate e organizzate a livello regionale.
L’idea iniziale di questa riforma era di sostituire il vecchio servizio di tutela con un’autorità specializzata, al fine di sostenere maggiormente le persone necessitanti d’assistenza e di far partecipare più strettamente le famiglie a questo sforzo. Ma, dall’introduzione del nuovo diritto, si sono moltiplicate le lamentele delle persone interessate e dei loro parenti che denunciano gli eccessi di zelo delle APMA, che avrebbero perso il senso della misura e non prenderebbero sul serio la volontà delle persone toccate e i desideri delle loro famiglie. L’UDC ha deciso di depositare una prima serie di interventi parlamentari volti a correggere questa deriva. Ecco le richieste:
La direzione del partito ha inoltre costituito un gruppo di lavoro diretto dalla consigliera nazionale Nadja Pieren, responsabile della politica della famiglia e della società, per redigere un documento di fondo su questa tematica. Lo scopo di questa azione è di arginare gli interventi sproporzionati delle autorità di protezione dei minori e degli adulti nella sfera privata e il diritto all’autodeterminazione delle persone e delle famiglie, al fine di rafforzare i diritti della famiglia e la responsabilità individuale.