Lo scivolone a sinistra che ha avuto luogo con le elezioni federali dello scorso 20 ottobre, sta producendo i suoi primi effetti: l’Unione sindacale svizzera (USS) intende distribuire denaro a 360 gradi. Essa presenta una lista di rivendicazioni pretendendo di sostenere il potere d’acquisto del ceto medio. La realtà è l’esatto contrario: ancora una volta i contribuenti, dunque il ceto medio che sgobba per pagare le imposte, dovranno passare alla cassa.
La vittoria della sinistra alle ultime elezioni costerà cara al ceto medio svizzero che lavora duramente per pagare le imposte. Esso non solo dovrà finanziare la rendita-ponte per i disoccupati anziani e un congedo paternità ma, se si va nella direzione auspicata dall’Unione sindacale svizzera (USS), continuerà a essere spennato come i tacchini di Natale: l’USS pretende un’estensione dell’offerta di presa a carico, un aumento degli assegni familiari e una riduzione supplementare dei premi, per citare solo alcuni punti di una lunga lista di rivendicazioni.
Tenuto conto dell’attuale situazione economica, le rivendicazioni dell’USS sono semplicemente irresponsabili. Swissmem, il settore svizzero dell’industria delle macchine, degli apparecchi elettrici e della metallurgia, ha annunciato oggi che il rallentamento economico è più rapido e più grave del previsto. Durante i primi nove mesi del 2019, le entrate di ordinazioni sono calate del 13,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È il quinto trimestre consecutivo che questo settore registra un calo delle ordinazioni.
La Svizzera importa disoccupazione tramite la libera circolazione delle persone
Ma non è tutto. Anche l’Ufficio federale di statistica suona la sirena d’allarme di fronte all’evoluzione della disoccupazione. Calcolando la disoccupazione svizzera utilizzando il metodo in uso nell’UE, si constata che il tasso di disoccupazione è passato, fra il terzo trimestre del 2018 e il terzo trimestre del 2019, dal 4,4 al 4,6%, secondo la definizione dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO). Mentre che la quota di disoccupati è rimasta stabile fra i cittadini svizzeri, essa è aumentata soprattutto fra gli stranieri e fra gli stranieri originari dei paesi UE/AELS e di Stati terzi. È perciò evidente: la Svizzera importa disoccupazione dall’UE tramite la libera circolazione delle persone.
L’UDC chiede perciò che la Svizzera gestisca finalmente in maniera autonoma e secondo le sue necessità l’immigrazione nel suo territorio. È esattamente ciò che prevede l’iniziativa per la limitazione che sarà probabilmente sottoposta al popolo in maggio 2020. Inoltre, il ceto medio che lavora duramente deve finalmente essere sgravato del pesante fardello di imposte, tasse e prelievi, invece di essere tartassato da nuove rivendicazioni populiste di una sinistra irresponsabile.