Comunicato stampa

L’UDC respinge fermamente il pagamento di una tassa d’accesso al mercato

Dopo la rottura dei negoziati, il Consiglio federale vuole mostrarsi accondiscendente nei confronti di Bruxelles e convertire il pagamento volontario del cosiddetto miliardo di coesione all’Unione europea in una sorta di tassa vincolante di accesso al mercato. L’UDC respinge fermamente questa possibilità. Nessun paese al mondo paga simili contributi. La Svizzera rischierebbe inoltre di creare un pericoloso precedente, e potrebbe trovarsi di fronte a simili richieste da parte di altri paesi.

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Dopo la fine dell’accordo quadro, il Consiglio federale pare sia ora intenzionato a placare l’UE con versamenti miliardari e convertire il cosiddetto contributo di coesione, che finora era volontario, in una regolare e vincolante tassa di accesso al mercato unico. Per l’UDC ciò è inaccettabile. In primo luogo, perché nessun paese al mondo paga un contributo di accesso a un mercato. In secondo luogo, tali versamenti vincolanti a favore dell’UE diventerebbero presto la norma e incoraggerebbero anche altri paesi a chiedere alla Svizzera contributi simili di accesso al proprio mercato per l’esportazione dei prodotti svizzeri. La nostra industria d’esportazione non ne ha assolutamente bisogno. I prodotti svizzeri vengono acquistati all’estero per la loro qualità eccezionale e non perché la Svizzera paga per il loro acquisto. Senza tener conto che la bilancia commerciale e totalmente a favore dell’UE, dovrebbe essere piuttosto Bruxelles a pagare una tassa di accesso al mercato svizzero.

Per quanto riguarda le misure di ritorsione di Bruxelles contro il nostro Paese, il Consiglio federale dichiara di voler garantire che la Svizzera non sia discriminata dall’UE. Secondo l’UDC, queste non sono altro che parole vuote fintanto che non si esige chiaramente che i contatti tra la Svizzera e l’UE avvengano su un piano di parità e nel rispetto della democrazia diretta e dell’indipendenza del nostro paese. L’UDC esige che il Consiglio federale ripaghi Bruxelles con la sua stessa moneta, approntando contromisure ritorsive in risposta alle rappresaglie dell’Unione europea. Ciò finché non rispetterà pienamente i suoi obblighi nell’ambito degli accordi bilaterali e continuerà a mettere la Svizzera in una posizione di svantaggio.

 
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