Sta proprio accadendo ciò che l’UDC temeva: a quasi due settimane dal voto sulla legge Covid-19, il Consiglio federale vuole introdurre il principio del 2G, precursore dell’obbligo di vaccinazione generalizzato. Gli altri partiti sono responsabili di tutto ciò – hanno approntato le basi legali necessarie in parlamento contro la volontà dell’UDC. Invece di tutelare finalmente in modo efficace i gruppi a rischio, la maggioranza di centro-sinistra del Consiglio federale e in Parlamento preferisce vessare e discriminare l’intera popolazione.
Non sorprende che la maggioranza di centro-sinistra del Consiglio federale voglia ora utilizzare il “sì” alla legge Covid-19 del 28 novembre come lasciapassare per un ulteriore inasprimento arbitrario delle restrizioni covid. L’UDC condanna fermamente la decisione di introdurre il principio del 2G generalizzato. È l’anticamera della vaccinazione obbligatoria per tutti. Inoltre, il 2G non è efficace nella lotta contro il virus, perché anche le persone vaccinate possono infettare ed essere infettate dal virus. La regola del 2G non porta ad altro che un falso senso di sicurezza e aumenta la discriminazione nei confronti tutti coloro che non vogliono o non possono essere vaccinati.
La responsabilità di questa profonda divisione della nostra società è da attribuire al PS, ai Verdi, al PLR, ai Verdi liberali e al PPD (Alleanza del centro). Il 2 dicembre in Consiglio nazionale, contro la volontà dell’UDC, hanno respinto la modifica della legge Covid-19 che avrebbe impedito al Consiglio federale di introdurre il 2G (proposta del Consigliere nazionale Thomas de Courten sull’articolo 1a cpv. 1ter).
Uno sguardo alla statistica dimostra quanto sia sproporzionata la politica pandemica del Consiglio federale. La percentuale di persone vaccinate nella popolazione è superiore al 75%, mentre il gruppo dei “guariti” è in crescita. Il numero dei contagi è, sì, attualmente più elevato rispetto alla fine di ottobre 2020, ma ciò riguarda principalmente la popolazione giovane, per la quale il virus nella stragrande maggioranza dei casi non rappresenta un pericolo. E’ quindi inaccettabile che i giovani siano di nuovo fortemente limitati.
La popolazione anziana è ancora la più colpita dal virus. Il 45% dei decessi si è verificato nelle case di cura, l’età media dei defunti è di 85 anni. Il 98% di tutti i deceduti da Covid aveva almeno una patologia preesistente. Da marzo 2020, l’UDC chiede che le persone che appartengono a un gruppo a rischio siano finalmente protette in modo efficace. Ancora oggi Berset, capo della sanità, e l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) hanno fallito miseramente in questo ambito.
Lo stesso vale per le capacità dei nostri ospedali. Ad oggi, nulla è stato fatto per migliorare la situazione nel settore sanitario. Al contrario, il Consiglio federale e l’UFSP accettano senza contraddizioni che oggi ci sia meno personale di terapia intensiva e quindi posti letto disponibili rispetto all’inizio della pandemia. Oggi, il numero di letti di terapia intensiva occupati dai pazienti Covid è solo la metà di quello della prima e della seconda ondata, eppure la popolazione è indotta a credere che il nostro sistema sanitario, che consuma più di 80 miliardi di Franchi all’anno, non sia in grado di affrontarlo. Alain Berset ha detto martedì in Parlamento: “Non abbiamo le conoscenze, le informazioni e le statistiche per essere in grado di farlo (l’aumento della capacità negli ospedali) in modo davvero credibile”. La NZZ critica giustamente: “Un ministro della salute che, dopo quasi due anni di pandemia, non sa esattamente cosa sta realmente accadendo negli ospedali? ». Di fronte a questo fallimento, non è più giustificabile che il Consiglio federale si attenga alla situazione particolare, poiché i Cantoni, che sono altrimenti responsabili, sono ovviamente meglio attrezzati per affrontare la situazione.