A soli nove mesi dal lancio della raccolta delle firme, il comitato per l’iniziativa popolare federale «No a una Svizzera da10 milioni! (iniziativa per la sostenibilità)» sotto la guida dell’UDC del Canton Zurigo ha inoltrato alla Cancelleria federale 114 600 firme. L’alto livello di sostegno a questa iniziativa dell’UDC dimostra che la popolazione chiede con urgenza per la Svizzera un’immigrazione sostenibile e controllata in modo indipendente.
La massiccia immigrazione continua senza sosta. Negli ultimi due anni sono immigrate in Svizzera oltre 180 000 persone – con conseguenze devastanti per il nostro piccolo Paese. La politica di centro-sinistra di Palazzo federale sta alimentando questo drammatico sviluppo: il PS, i Verdi, il PLR, il Centro e i Verdi liberali si rifiutano di attuare il mandato costituzionale (articolo 121a) che il Popolo e i Cantoni hanno accettato adottando l’iniziativa sull’immigrazione di massa il 9 febbraio 2014. Questo mandato richiede un controllo «indipendente» dell’immigrazione attraverso numeri massimi annuali e contingentamenti.
«L’UDC è l’unico partito che si assume le sue responsabilità», ha dichiarato il presidente dell’UDC e consigliere nazionale Marcel Dettling (SZ) mercoledì mattina al momento dell’inoltro delle firme. Con l’«iniziativa per la sostenibilità» inoltrata oggi, l’UDC mostra concretamente come l’immigrazione possa essere nuovamente gestita in modo indipendente. «Oggi arrivano troppi stranieri, e quelli sbagliati. Vogliamo un’immigrazione controllata che vada a vantaggio del nostro Paese e della nostra popolazione».
Il consigliere nazionale dell’UDC e vicepresidente del partito Thomas Matter (ZH) parla chiaro: «La massiccia e incontrollata immigrazione è la causa principale dei problemi più urgenti e più gravi di cui soffre la Svizzera. La popolazione svizzera ne ha abbastanza della politica irresponsabile del centro-sinistra. Lo dimostrano le oltre 114 000 firme raccolte in pochissimo tempo.»
«Nel 2023, gli abitanti del nostro Paese hanno superato per la prima volta la soglia delle 9 milioni di persone», aggiunge il consigliere nazionale dell’UDC e capogruppo parlamentare Thomas Aeschi (ZG). «E sebbene la Svizzera sia sovrappopolata, la massiccia immigrazione continua senza sosta. L’anno scorso sono immigrate nel nostro Paese un totale netto di 98 851 persone. A queste si aggiungono oltre 30 000 richiedenti asilo. Vorrei ricordare che prima della votazione sulla libera circolazione delle persone (21 maggio 2000), il Consiglio federale aveva rassicurato la popolazione che ogni anno sarebbero arrivate in Svizzera solo dalle 8000 alle 10 000 persone in più.»
Il deputato al Gran Consiglio e presidente dell’UDC di Zurigo Domenik Ledergerber è lieto che le firme necessarie siano state ottenute così rapidamente. «I firmatari svizzeri hanno espresso chiaramente che non vogliono una Svizzera da 10 milioni. È giunto il momento di gestire nuovamente e attivamente l’immigrazione e di tornare a una politica migratoria sostenibile. Vogliamo di nuovo una politica d’immigrazione indipendente a favore del nostro Paese e della nostra popolazione. L’immigrazione così come la viviamo oggi è l’opposto di quella sostenibile, sotto ogni punto di vista».
L’iniziativa per la sostenibilità dell’Unione democratica di centro è la risposta ai problemi legati all’immigrazione in Svizzera, che colpiscono direttamente una parte sempre più ampia della popolazione: carenza di alloggi e aumento degli affitti, ingorghi stradali, treni e autobus sovraffollati, abbassamento degli standard scolastici, aumento della violenza e della criminalità, carenza di elettricità, stagnazione del reddito pro capite, premi delle casse malati sempre più proibitivi, indebitamento dei servizi sociali e crescente pressione sul nostro splendido paesaggio e sulla natura incontaminata.
L’adozione dell’iniziativa popolare federale «No a una Svizzera da10 milioni! (iniziativa per la sostenibilità)» è urgente per proteggere il nostro paesaggio unico, la nostra elevata qualità della vita, la nostra prosperità superiore alla media e per un futuro sicuro in libertà per noi e per i nostri figli.