L’UDC è costernata dalla guerra tra Russia e Ucraina e invita le parti in conflitto a un immediato cessate il fuoco. Essa è vicina alle vittime della guerra, specialmente tra la popolazione civile.
Con l’annuncio di ieri del presidente russo Vladimir Putin di mettere in allerta le forze nucleari, è iniziata un’ulteriore fase di escalation. Questo dimostra chiaramente che il conflitto, che attualmente è ancora regionale, ha il potenziale di mettere in pericolo la stabilità, la sicurezza e la pace globale.
In questo contesto, la Svizzera deve reagire rapidamente. La neutralità armata perpetua sancita dalla Costituzione Federale ha risparmiato la Svizzera da conflitti sanguinosi per oltre 200 anni e ha permesso alla gente di vivere in sicurezza e pace.
Gli eventi nell’Europa dell’Est mostrano che la pace non può essere data per scontata. Sicurezza e libertà devono tornare ad avere la massima priorità nella politica svizzera.
Devono essere prese le seguenti sette misure:
1) Nel determinare le misure per prevenire l’elusione delle sanzioni, il Consiglio Federale deve assicurare che i canali nei quali la Svizzera può offrire i suoi buoni uffici in qualità di mediatrice rimangano aperti come opzione per tutte le parti in guerra. I corrispondenti passi in ambito di politica estera sono di competenza del Consiglio Federale. L’UDC rifiuta quindi le dichiarazioni parlamentari, poiché limitano il margine di manovra del Consiglio Federale o semplicemente confermano ciò che il Consiglio Federale sta già comunque facendo.
2) La Svizzera deve far parte di una soluzione e non deve diventare parte del conflitto. L’UDC chiede al Consiglio federale di fare di più per rappresentare i buoni uffici della Svizzera e di offrire una conferenza di pace sul suolo neutrale svizzero.
3) Gli eventi attuali dimostrano ancora una volta inequivocabilmente che il Consiglio Federale deve urgentemente astenersi dal far entrare il nostro Paese nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU. In questo organo diretto dalle grandi potenze, che decide su guerra, pace e sanzioni, la Svizzera sarebbe costretta a prendere posizione. Ciò non è compatibile con la neutralità svizzera. L’entrata nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU distruggerebbe il nostro ruolo di mediatori e trascinerebbe il nostro Paese nei conflitti internazionali.
4) La Svizzera deve chiarire che è disposta ed è in grado di garantire la sicurezza, la stabilità e la pace sul suo stesso territorio. A tal fine, le forze armate devono essere rapidamente meglio equipaggiate e in modo più completo. In una prima fase, il Consiglio Federale è chiamato a fornire alle forze armate un finanziamento annuale di almeno 7 miliardi di franchi (+ 2 miliardi di franchi rispetto ad oggi) e ad aumentare il numero di militi nelle forze armate di 20.000 unità, cioè di un quinto. Questo lascerebbe comunque alla Svizzera, in proporzione, solo la metà del riarmo dell’esercito ora previsto dalla Germania (+ 100 miliardi di euro) o la spesa per la difesa del 2% del PIL richiesta dalla NATO ai suoi stati membri. Il Consiglio Federale dovrebbe sottoporre rapidamente al parlamento, per approvazione, la pianificazione degli investimenti e i budget necessari come supplemento al messaggio relativo alle forze armate.
5) Da giovedì scorso la sorveglianza dello spazio aereo è diventata ancora più importante per la Svizzera. Il Consiglio Federale è chiamato ad equipaggiare i caccia FA-18 esistenti in modo tale che l’intera flotta sia pronta per l’impiego in qualsiasi momento. Allo stesso tempo, l’acquisto dei nuovi jet da combattimento F-35 deve essere attuato immediatamente in modo che l’approvvigionamento sia assicurato in tempo utile prima che la possibile vita utile dei FA-18 scada. Il Popolo svizzero ha deciso con un voto referendario di acquistare tali velivoli. Non c’è motivo di aspettare. Ci aspettiamo che il PS, come partito membro del Consiglio Federale, si impegni senza riserve per la difesa nazionale svizzera e che ritiri l’iniziativa popolare in corso contro gli F-35 nell’interesse della sicurezza della popolazione.
6) La Svizzera è chiamata a mettere generosamente a disposizione i suoi servizi umanitari sul posto o a ospitare temporaneamente i rifugiati dall’Ucraina.
7) Una politica di sicurezza integrale include anche un approvvigionamento energetico indipendente, specialmente per quanto riguarda la corrente elettrica. La Svizzera non deve diventare dipendente dalle importazioni di elettricità o gas. Il Consiglio Federale è chiamato a nominare un responsabile per l’energia elettrica che elabori varianti di soluzione per un approvvigionamento elettrico, indipendente ed economico entro l’estate. Gli obiettivi di riduzione di CO2 devono essere rimandati a favore di un approvvigionamento energetico domestico sicuro.