Comunicato stampa

Nessun ulteriore incoraggiamento al ricongiungimento familiare a scapito del ceto medio svizzero

A causa dell’eccessiva immigrazione e del dilagante abuso nell’asilo, i costi sociali e sanitari stanno esplodendo. Invece di limitare definitivamente l’immigrazione, il PS e i Verdi vogliono abbassare ancora una volta gli ostacoli: gli stranieri naturalizzati provenienti dall’Africa o dai Paesi musulmani, ad esempio, porterebbero più facilmente i loro familiari in Svizzera. Come sempre, anche in questo caso sarà la classe media svizzera a pagare il conto. Il gruppo parlamentare dell’UDC respinge all’unanimità l’iniziativa parlamentare degli ambienti del PS.

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L’iniziativa parlamentare del PS 19.464 “ Eliminare le discriminazioni degli svizzeri nell’ambito del ricongiungimento familiare” chiede che i cittadini stranieri naturalizzati siano trattati giuridicamente come le persone soggette alle disposizioni dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone con l’UE o della Convenzione AELS quando i familiari provenienti da Paesi terzi li raggiungono. In parole povere, significa che i cittadini stranieri naturalizzati e i loro coniugi provenienti da Paesi terzi potrebbero portare in Svizzera i loro genitori bisognosi di cure, ad esempio dall’Africa, dalla Turchia o da altri Paesi musulmani, e farli curare gratuitamente.

Questo porterebbe inevitabilmente a un’immigrazione ancora maggiore e a un ulteriore aumento dei costi sanitari e sociali. I costi stimati ammontano a diverse centinaia di milioni di franchi all’anno. Ancora una volta sarà la classe media a pagarne il prezzo. Il gruppo parlamentare dell’UDC ha quindi respinto all’unanimità la proposta del PS. L’UDC si aspetta che anche gli altri partiti borghesi respingano la proposta: la commissione nel suo esame preliminare ha votato a favore della proposta solo grazie al voto decisivo della sua presidente Greta Gysin (I Verdi).

Il gruppo parlamentare UDC respinge anche la proposta 17.523 “ Possibilità di portare il doppio cognome dopo il matrimonio”. Il gruppo parlamentare UDC condivide la richiesta originaria di questa proposta, ossia di tornare alla vecchia legge sui nomi. Tuttavia, la proposta è stata peggiorata dalla commissione con l’abolizione del nome di famiglia. Ciò significa un ulteriore indebolimento  della famiglia tradizionale, motivo per cui il gruppo parlamentare UDC respinge chiaramente la proposta.

La spesa federale, soprattutto quella per l’asilo, sta esplodendo. La montagna di debiti ha raggiunto un livello record e nei prossimi anni si profilano deficit miliardari. Alla luce della desolante situazione finanziaria della Confederazione, il gruppo parlamentare dell’UDC sostiene all’unanimità la mozione 24.3395 “Prevedere rapidamente un efficace pacchetto di misure di sgravio che comprenda anche le uscite vincolate”, in discussione al Consiglio degli Stati. L’UDC si oppone fermamente a gravare ulteriormente la classe media con tasse e imposte ancora più alte. In aprile, il gruppo parlamentare dell’UDC ha presentato al gruppo di esperti nominato dal ministro delle Finanze Karin Keller-Sutter 18 proposte concrete su come ridurre il bilancio federale di un totale di 5,5 miliardi di franchi all’anno. Solo nei settori dell’asilo, dell’aiuto allo sviluppo e dell’amministrazione federale, c’è un potenziale di risparmio di 4,5 miliardi di franchi all’anno.

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