L’UDC prende atto dell’accettazione del progetto di naturalizzazione agevolata. Le Svizzere e gli Svizzeri hanno dato fiducia alle promesse secondo le quali gli stranieri della cosiddetta terza generazione sono ben integrati e che non è quindi necessario far verificare la loro situazione dai comuni di domicilio. L’UDC continua ad avere seri dubbi in merito, constatando che la maggior parte degli attentati terroristici in Europa è stata commessa proprio da immigranti musulmani della seconda e della terza generazione. L’UDC s’attende dalle autorità a tutti i livelli che diano prova della maggior cautela possibile, verificando il rispetto dei requisiti in termini d’integrazione quando la revisione della legge sulla cittadinanza entrerà in vigore l’11.01.2018. Il consigliere nazionale Andreas Glarner, responsabile della politica d’asilo e degli stranieri di UDC Svizzera, chiede inoltre che le persone che desiderano naturalizzarsi in Svizzera rinuncino alla loro cittadinanza precedente. Egli sottoporrà al gruppo parlamentare UDC una mozione in questo senso durante la sessione primaverile delle Camere federali.
L’UDC prende atto della decisione del popolo di respingere la riforma dell’imposizione delle imprese. Questa revisione fiscale era stata attuata sotto pressione dell’OCSE e dell’UE, che avevano annunciato di non più accettare il sistema d’imposizione delle società beneficianti di un regime fiscale speciale nei cantoni svizzeri. Il Consiglio federale dovrà rappresentare questa decisione dei cittadini presso queste organizzazioni straniere. La maggioranza del popolo svizzero non è più disposta a cedere alle pressioni straniere, per cui la Svizzera non potrà rispettare i termini imposti. Il rifiuto della revisione dell’imposizione delle imprese rischia di far partire certe società o di incitarle a disinvestire in Svizzera. È tuttavia fuori questione che il mancato gettito fiscale che ne deriva sia compensato con un aumento delle imposte gravanti sui privati o sulle imprese. L’UDC chiede quindi al Consiglio federale di preparare immediatamente un programma di misure che riduca la crescita delle spese a livello federale.
Una società e un’economia performanti hanno bisogno di un’infrastruttura di trasporto rispondente ai bisogni. Grazie al FOSTRA, la strada disporrà d’ora in avanti di un fondo di finanziamento di durata indeterminata, analogamente alla ferrovia. Il SÌ al FOSTRA è quindi un SÌ alla strada e un SÌ alla prosperità di tutte le regioni. L’applicazione del decreto sulla rete delle strade nazionali, che è stata oggetto di una lunga battaglia politica, potrà così cominciare immediatamente. Si tratta in particolare di trasferire 400 Km di strade cantonali nella rete delle strade nazionali. Le strade nazionali devono essere ampliate laddove sorgono i problemi della circolazione più gravi e maggiori sono le ore d’attesa intasati nelle strozzature. Tutti trarranno finalmente beneficio dalla soppressione di questi colli di bottiglia che provocano perdite di tempo e di risorse.