Comunicato stampa

Ridurre l’immigrazione conformemente alla Costituzione

La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale (CIP-CN) comincia oggi, giovedì, l’esame dell’applicazione dell’articolo costituzionale approvato da popolo e cantoni per la gestione dell’immigrazione. Il progetto d’applicazione del Consiglio federale è in contraddizione con il mandato costituzionale che esige la considerazione degli interessi economici generali della Svizzera, dei tetti massimi e dei contingenti annuali, come pure una gestione autonoma dell’immigrazione. 

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Per l’UDC, l’applicazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa, dunque una gestione autonoma dell’immigrazione che comporti una sensibile riduzione del numero d’immigranti, è chiaramente prioritaria. I membri UDC della commissione hanno perciò depositato 24 proposte per correggere il progetto parzialmente anticostituzionale del Consiglio federale. Gli interventi dell’UDC si basano sul concetto d’applicazione che l’UDC ha già presentato in maggio 2014.
 
Mandato chiaro e netto delle cittadine e dei cittadini

Il nuovo articolo 121a è entrato in vigore a seguito dell’accettazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa il 9 febbraio 2014. Esso formula le rivendicazioni seguenti:

1 La Svizzera gestisce autonomamente l’immigrazione degli stranieri.

2 Il numero di permessi di dimora per stranieri in Svizzera è limitato da tetti massimi annuali e contingenti annuali. I tetti massimi valgono per tutti i permessi rilasciati in virtù del diritto degli stranieri, settore dell’asilo incluso. Il diritto al soggiorno duraturo, al ricongiungimento familiare e alle prestazioni sociali può essere limitato.

3 I tetti massimi annuali e i contingenti annuali per gli stranieri che esercitano un’attività lucrativa devono essere stabiliti in funzione degli interessi globali dell’economia svizzera e nel rispetto del principio di preferenza agli Svizzeri; essi devono comprendere anche i frontalieri. Criteri determinanti per il rilascio del permesso di dimora sono in particolare la domanda di un datore di lavoro, la capacità d’integrazione e una base esistenziale sufficiente e autonoma.

Questa norma costituzionale formula un mandato chiaro e netto all’indirizzo del Parlamento, in vista della messa in atto di una legislazione d’applicazione.

Dei contingenti per ridurre l’immigrazione

La Costituzione federale esige dei tetti massimi e dei contingenti annuali conformemente al regime attualmente in funzione per gli immigranti provenienti dai cosiddetti paesi terzi (Stati fuori dell’UE). Il progetto d’applicazione del Consiglio federale, che prevede un ”valore soglia” che manterrebbe la libera circolazione delle persone fino al raggiungimento di un valore fissato dal Consiglio federale, è in evidente contraddizione con la norma costituzionale. Per ciò che riguarda i frontalieri, bisogna accordare ai cantoni la massima flessibilità per permettere loro di tenere in considerazione le necessità regionali.  
 
Preferenza nazionale – non privilegiare l’UE

La preferenza nazionale, dunque la priorità data alle persone alla ricerca di un lavoro che già lavorano e vivono in Svizzera, è d’importanza capitale di fronte al forte aumento della disoccupazione. Il censimento svizzero della manodopera del 1° trimestre 2016 indica che il numero di disoccupati viventi in Svizzera (128’000) supera, per la prima volta non solo in valore relativo ma anche in valore assoluto, il numero dei disoccupati svizzeri (121’000). Bisogna anche, tramite la preferenza nazionale, proteggere i lavoratori anziani e quelli meno qualificati che vivono nel nostro paese. Per l’UDC, è importante anche impedire il ricorso abusivo alle istituzioni sociali e riportare il ricongiungimento familiare a livelli sopportabili.
 
La libera circolazione delle persone rimessa in discussione

L’UDC invita il Parlamento a rispettare la Costituzione e i termini ivi fissati. Le norme transitorie dell’articolo costituzionale 121a esigono infatti un nuovo negoziato dei trattati di diritto pubblico che sono in contrasto con la Costituzione (quindi l’accordo sulla libera circolazione delle persone) e l’applicazione delle nuove norme entro il 9 febbraio 2017. Se l’UE non vuole negoziare, la Svizzera deve eseguire unilateralmente il mandato costituzionale. La situazione è chiara per l’UDC. L’UDC valuterà tutte le proposte sottoposte alla commissione parlamentare per ciò che concerne la loro efficacia ai fini di una sensibile riduzione dell’immigrazione. Per contro, essa respinge qualsiasi estensione delle misure d’accompagnamento che danneggiano il mercato del lavoro liberale e minacciano l’impiego.

 

 
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