La legge sull’asilo è animata da buone intenzioni, ma non è ben fatta. Soprattutto quando viene interpretata e applicata nel modo in cui lo fanno i benefattori della Segreteria di Stato per la Migrazione (SEM). È quindi urgente apportare delle correzioni: ad esempio, l’emendamento che afferma che la “pressione psicologica” è un motivo di asilo dovrebbe essere eliminato.
Come se non bastassero tutti gli ingressi illegali da tutto il mondo, la Consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha avuto l’assurda idea di dichiarare ogni donna afghana autorizzata per l’asilo durante il suo anno al DFGP nel 2023. Nessun problema: stiamo parlando “solo” di 21 milioni di donne.
Questa politica di asilo ideologicamente cieca è resa possibile da un emendamento alla legge sull’asilo (LAsi). Ai sensi dell’art. 3 comma 1 della legge sull’asilo, è considerato rifugiato chiunque sia esposto a gravi svantaggi nel proprio Paese d’origine o nel Paese di provenienza a causa della sua razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o opinioni politiche […]. Il paragrafo 2 definisce i gravi svantaggi, che sono “in particolare la messa in pericolo della vita, dell’integrità fisica o della libertà, nonché le misure che causano una pressione psicologica insopportabile”. Va da sé che il criterio della pressione psicologica deve essere applicato solo con la massima cautela. La giurisprudenza in materia è chiara: la discriminazione di genere da sola non è motivo di asilo.
La ministra dell’asilo Baume-Schneider ha fatto il contrario e ha abbassato massicciamente la soglia. Prima del cambiamento di prassi, solo il 36% di tutte le domande di asilo presentate da donne afghane veniva approvato e, da allora, ora ne vengono accettate il 98% (in cifre assolute, si tratta di 4000 domande)! Se anche solo l’1% dei 21 milioni di donne afghane decidesse di venire da noi, allora buonanotte. Per non parlare di tutte le donne che vengono discriminate in altri Paesi per motivi religiosi o di altro tipo.
A parte il fatto che questi oltre 200’000 afghani da soli genererebbero costi sociali diretti per circa 10 miliardi, in quanto rifugiati riconosciuti avrebbero tutti il diritto al ricongiungimento familiare immediato. E il prossimo potenziale beneficiario di assistenza sociale o accoltellatore, in compagnia di suo padre e suo figlio, sarebbero con noi, e in modo del tutto legale!
Quanto si può essere folli a lanciare simili inviti? Questi eccessi ideologici devono essere fermati immediatamente! Per questo motivo chiedo che questo emendamento venga eliminato dalla legge sull’asilo nella mozione 24.3658 “La pressione psicologica non è un motivo di asilo”.