Grazie all’efficace cooperazione della destra politica, all’iniziativa per la protezione della sfera privata e al ministro delle finanze Ueli Maurer, in Parlamento s’è verificato un piccolo miracolo natalizio.
Giorno più, giorno meno, sono passati dieci anni da quando la maggioranza di centrosinistra dell’Assemblea federale elesse Eveline Widmer-Schlumpf in Consiglio federale. Come ministra delle finanze, non ha mai smesso – con il sostegno del centrosinistra – di regolamentare pesantemente la piazza finanziaria svizzera. Sotto la sua egida, è stata presa tutta una serie di misure ostili all’economia. Con il pretesto di pressioni da parte dell’OCSE, dell’UE, degli Stati uniti e di diverse organizzazioni internazionali, il segreto a protezione dei clienti stranieri delle banche è stato abbandonato. In seguito, la Berna federale ha fatto di tutto per aprire la via allo scambio automatico d’informazioni fiscali, quindi all’instaurazione del “cittadino trasparente”, anche all’interno del paese. Nel frattempo, dei tribunali americani hanno statuito che il nostro segreto bancario non viola il diritto americano.
Il che ha addirittura indotto il redattore-capo del quotidiano zurighese “Tages-Anzeiger” a rilevare che “la Svizzera ha inutilmente abbandonato il suo segreto bancario”. E il capo di questo giornale di sinistra è arrivato perfino a nominare la responsabile di questo errore: Eveline Widmer-Schlumpf, a quell’epoca consigliera federale. ¨
Continuando nella sua crociata contro il segreto bancario e la sfera privata finanziaria delle cittadine e dei cittadini, Eveline Widmer-Schlumpf ha in seguito avviato una revisione del diritto penale fiscale. L’obiettivo di questa riforma era di sopprimere, o quantomeno attenuare fortemente, la differenziazione fra la frode fiscale intenzionale e l’evasione fiscale per negligenza. Durante il periodo d’imposizione, le autorità fiscali avrebbero avuto accesso ai conti bancari e postali dei contribuenti, senza avvertire preventivamente i titolari dei conti stessi. Lo scopo finale era dunque di mettere in piedi una polizia fiscale mai vista in questo paese, un sistema di sorveglianza dei contribuenti che dava alle autorità la competenza di procedere a perquisizioni a domicilio e ad arresti. L’attuale clima di fiducia fra lo Stato e i cittadini sarebbe stato sostituito da una diffidenza di principio delle autorità nei confronti dei contribuenti.
È proprio per tagliare corto a questi tentativi ostili ai cittadini che è stata lanciata l’iniziativa popolare “SÌ alla protezione della sfera privata”, Durante questa sessione invernale delle Camere federali, una maggioranza di destra composta da UDC, PLR e parte del PPD, è riuscita a far passare in Consiglio nazionale e in Consiglio degli Stati una mozione che chiede l’archiviazione definitiva di questa revisione disastrosa del diritto penale fiscale risalente all’era Widmer-Schlumpf. Anche il consigliere federale Ueli Maurer ha incoraggiato le due Camere a compiere questo passo perché, ha ricordato, questa riforma non otterrebbe mai una maggioranza politica. È stato così raggiunto un importante obiettivo della nostra iniziativa per la protezione della sfera privata.
Si capisce che la sinistra e le amministrazioni fiscali non si sono rallegrate di questa decisione favorevole all’economia e ai cittadini. L’abbandono di questa riforma del diritto penale fiscale dà tuttavia un segnale politico importante: la Svizzera vuole salvaguardare il suo modello di successo che poggia sulla protezione della sfera privata e sulla libertà individuale. È anche una testimonianza forte della fiducia nei nostri simili, un atteggiamento perfettamente conforme al periodo dell’Avvento che stiamo vivendo.