I sostenitori dei nuovi trattati UE cercano di minimizzare gli effetti che essi avranno sull’immigrazione. Non lasciatevi ingannare: con i trattati UE l’immigrazione nel nostro Paese aumenterà ancora di più.

I cittadini dell’UE potranno immigrare in Svizzera ancora più facilmente? Interi nuclei familiari potranno venire da noi e beneficiare dell’assistenza sociale? L’UE deciderà in merito alla nostra immigrazione?
Assolutamente no, ha scritto recentemente Roland A. Müller, direttore dell’Unione svizzera degli imprenditori, in un articolo pubblicato sui giornali di CH Media. Roland A. Müller nega anche che 690’000 cittadini dell’UE ottengano il diritto di soggiorno permanente in Svizzera dopo cinque anni. Con estrema serietà afferma che «il diritto di soggiorno permanente esiste già», peccato che questa dichiarazione è una grottesca falsità.
In realtà, attualmente – in virtù dell’accordo sulla libera circolazione delle persone (ALC) – gli immigrati provenienti dall’UE ottengono solo un permesso di soggiorno. Il permesso di domicilio viene concesso al più presto dopo dieci anni, ma solo se i richiedenti sono integrati, non dipendono dall’assistenza sociale e non hanno commesso reati, e senza alcun diritto legale.
Garanzia a vita per l’assistenza completa dello Stato
Con il nuovo ALC, la Svizzera adotta il diritto di soggiorno permanente previsto dalla direttiva UE sui cittadini dell’Unione: i cittadini dell’UE che «hanno soggiornato legalmente per un periodo complessivo di cinque anni nel territorio di un’altra parte contraente hanno il diritto di soggiornarvi a titolo permanente».
Il diritto di soggiorno permanente è quindi evidentemente una novità e va ben oltre un permesso di soggiorno o di domicilio. Si tratta di una sorta di passaporto svizzero senza (ancora) diritto di voto, una garanzia a vita di assistenza statale completa e difficilmente revocabile anche in caso di reati. Tuttavia, Müller sostiene che il diritto di soggiorno permanente non sia una nuova categoria di soggiorno. Si tratterebbe piuttosto di un «aggiornamento giuridico» per un gruppo di persone già esistente, ma non di un invito a nuovi migranti.
Se uno studio commissionato dalla Confederazione prevede già che cinque anni dopo l’entrata in vigore dei nuovi trattati UE 690’000 cittadini stranieri dell’UE otterranno il diritto di soggiorno permanente, i numeri effettivi saranno sicuramente molto più alti. Ricordiamo che prima dell’introduzione della libera circolazione delle persone, il Consiglio federale aveva promesso che ogni anno sarebbero arrivati in Svizzera al massimo 8’000 immigrati dell’UE. In realtà sono stati 50’000 all’anno.
Per l’UE, anche i disoccupati e i beneficiari di assistenza sociale sono considerati «occupati».
Il diritto di soggiorno permanente è «soggetto a condizioni precise» ed è concesso «solo a coloro che vivono in Svizzera da almeno cinque anni e sono considerati occupati», scrive Müller. Secondo il diritto dell’UE, tuttavia, anche un lavoro a tempo parziale del 30% con un’integrazione di aiuto sociale è considerato «attività lucrativa». Viene preso in considerazione anche il periodo di disoccupazione, persino una dipendenza totale dall’assistenza sociale fino a sei mesi. Parlare in questo caso di «condizioni precise» e di «attività lucrativa» è fuorviante per la popolazione.
Con i nuovi trattati UE viene ampliato anche il ricongiungimento familiare e quindi l’immigrazione nello Stato sociale. Mentre secondo il diritto svizzero (e il buon senso) il ricongiungimento familiare riguarda solo i coniugi e i figli minorenni, secondo il diritto UE si va ben oltre: possono arrivare anche figli e nipoti fino a 21 anni, nonni e suoceri, partner registrati e conviventi, persino zii, zie e cugini, se sono a carico o hanno vissuto nella stessa economia domestica.
Si può accogliere anche la famiglia allargata proveniente dal Medio Oriente
Per il ricongiungimento familiare è sufficiente un solo cittadino dell’UE. I familiari ricongiunti possono anche essere cittadini di paesi terzi. In questo modo, un singolo cittadino siriano che è diventato cittadino dell’UE grazie alle naturalizzazioni accelerate tedesche può immigrare in Svizzera e ricongiungersi alla sua famiglia allargata proveniente dal Medio Oriente. Dopo cinque anni, tutti i familiari che si sono trasferiti ottengono il diritto di soggiorno permanente, anche se non hanno mai lavorato e vivono grazie all’assistenza, di cui diventano quindi un onere permanente.
Sono alle porte anche altri paesi candidati all’adesione all’UE come Ucraina, Moldavia, Albania, Bosnia-Erzegovina, Georgia, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia. Si tratta di oltre 60 milioni di cittadini dell’UE provenienti da paesi a basso reddito che avranno il diritto di immigrare in Svizzera.
Chi sostiene che tutto ciò «non favorisca in alcun modo un’ulteriore migrazione» ignora i fatti o cerca deliberatamente di fuorviare l’opinione pubblica. La verità è che i nuovi trattati dell’UE continuano ad alimentare l’immigrazione.