Con il trattato di sottomissione all’UE e l’accordo sull’energia elettrica, l’UE può appropriarsi della nostra preziosa produzione di energia elettrica e delle nostre riserve energetiche. Per la popolazione svizzera, questi accordi comportano una minore sicurezza dell’approvvigionamento e prezzi dell’energia elettrica più elevati. Pertanto, è necessario votare con un chiaro No al trattato di sottomissione all’UE.
Nei prossimi mesi sentirete molte persone che si dicono “esperte” darsi delle arie e vi diranno quanto sia complicato l’accordo sull’energia elettrica (e quanto sia importante). Vi diranno che senza questo accordo la nostra sicurezza dell’approvvigionamento sarebbe a rischio e che in caso di crisi dovremmo fare affidamento su un buon accordo con i paesi vicini. Vi diranno che la Svizzera si trova al centro dell’Europa – dunque al centro della rete elettrica europea – e che quindi deve dare il suo contributo. Non credete a nulla di tutto questo!
I sostenitori dell’UE in seno al Consiglio federale, in particolare Beat Jans (PS) e Ignazio Cassis (PLR), stanno sfruttando il nostro consigliere federale Albert Rösti per conferire credibilità all’accordo sull’energia elettrica e dividere l’UDC. Il rapporto esplicativo del Consiglio federale, che dovrebbe renderci appetibile il trattato di sottomissione, è pieno di affermazioni fuorvianti. Il Consiglio federale sottolinea più volte che la Svizzera manterrà il diritto di costituire riserve energetiche proprie per far fronte a situazioni di carenza di energia elettrica. Questo è falso.
Giudici stranieri decidono sulle nostre riserve di energia elettrica
Le riserve che stiamo costituendo ora in Svizzera e che sono sancite dalla legislazione federale dovranno essere eliminate sei anni dopo l’entrata in vigore dell’accordo se contrarie alle norme dell’accordo stesso. Dal punto di vista dell’UE, ciò si verifica se tali riserve non sono necessarie, proporzionate o «discriminatorie». Ma chi decide in via definitiva su tali questioni?
Spetta in ultima istanza alla Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE), ovvero a giudici stranieri, decidere se la politica sulle riserve della Svizzera sia conforme alle disposizioni dell’UE in materia di energia elettrica e aiuti di Stato. A ciò si aggiunge il fatto che il recepimento dinamico del diritto si applica anche all’accordo sull’energia elettrica, secondo il cosiddetto metodo dell’integrazione. In parole povere, ciò significa che nel settore dell’energia elettrica la Svizzera deve recepire direttamente le nuove norme UE, senza che il Parlamento e il popolo abbiano voce in capitolo. In questo modo Bruxelles può sviluppare ulteriormente l’accordo sull’energia elettrica a suo piacimento. Ciò è estremamente pericoloso, poiché la produzione di energia elettrica nell’area dell’UE è tutt’altro che affidabile.
Anche in campo energetico l’UE intende decidere al posto nostro
Con il trattato di sottomissione, l’UE troverà sempre un modo per contenderci l’elettricità. A nostro avviso, attualmente la situazione è eccellente. L’energia nucleare francese ci aiuta a mantenere stabile la nostra rete. Con le nostre esportazioni di energia elettrica contribuiamo al funzionamento dell’importante regione economica dell’Italia settentrionale. Quando lo scorso inverno la Germania si è trovata improvvisamente a corto di energia elettrica a causa della scarsa insolazione e dell’assenza di vento, abbiamo contribuito a bilanciare la rete. Tutto senza problemi, anche senza accordi sull’energia elettrica. Perché allora tutta questa storia con il trattato di sottomissione all’UE?
È molto semplice: Bruxelles intende controllare la nostra rete elettrica stabile e strategicamente importante. Soprattutto, i funzionari nei palazzi di vetro desiderano appropriarsi della nostra preziosa produzione di energia elettrica. Tutte le rassicurazioni che ciò non accadrà sono prive di valore. Con la dinamica acquisizione di diritti, in futuro tutto è possibile. Se tra qualche anno Bruxelles dovesse decidere che la concessione di una centrale idroelettrica svizzera deve essere improvvisamente messa a gara in tutto il territorio dell’UE – e non solo tra le aziende svizzere – lo potrà fare.
La nostra produzione di energia elettrica: uno dei pilastri fondamentali del nostro benessere
Potrebbe accadere che durante un inverno i tedeschi – che hanno chiuso tutte le centrali nucleari – rimangano senza elettricità: in futuro l’UE potrebbe costringerci, attraverso l’adozione automatica delle norme, a svuotare i nostri bacini idrici.
Infine, anche il mercato dell’energia elettrica dovrà essere ulteriormente liberalizzato. Come ha dimostrato il passato, la liberalizzazione comporta prezzi più elevati per i consumatori e profitti ingenti per i magnati dell’energia elettrica.
Con il trattato di sottomissione all’UE e con l’accordo sull’energia elettrica, la Svizzera perde la sua sovranità nella produzione di energia elettrica, uno dei pilastri fondamentali del nostro benessere. Perdiamo la nostra sicurezza in materia di approvvigionamento e i nostri prezzi energetici relativamente bassi. Dobbiamo impedire con tutte le nostre forze che ciò accada.