Il 28 settembre gli elettori avranno un’opportunità storica: abolire un’imposta ingiusta, bizzarra e, in definitiva, incomprensibile. Il valore locativo esiste da oltre 110 anni ed è giunto il momento di eliminare questa antiquata tradizione. Solo così sarà possibile introdurre un sistema fiscale più equo e chiaro per i proprietari di immobili.
Durante la prima guerra mondiale, il valore locativo è stato introdotto come base imponibile per generare nuove entrate durante la crisi. All’epoca era stato concepito come misura provvisoria, ma purtroppo non è stato successivamente abolito. Anzi, questo sistema – fondamentalmente inadeguato – è stato regolarmente modificato con nuove integrazioni che hanno peggiorato la situazione.
Tuttavia, il valore locativo è un errore di fondo e un’ingiustizia di per sé: perché la tassazione di un reddito fittizio (il prezzo a cui si potrebbe affittare l’abitazione in cui si vive) dovrebbe essere equa o ragionevole? Dato che il legislatore ha riconosciuto questa ingiustizia, sono state introdotte misure correttive sotto forma di detrazioni per gli interessi ipotecari e le spese di manutenzione. Ma queste misure correttive rendono il sistema ancora più complesso e creano incentivi inappropriati: i proprietari di immobili tendono ad accollarsi debiti più elevati perché ritengono vantaggioso pagare meno tasse, dimenticando che il denaro finisce semplicemente in banca invece che all’autorità fiscale.
Rafforzare i proprietari di immobili di medie dimensioni e in pensione
Il valore locativo è un onere fiscale significativo che ricorre ogni anno. Per le famiglie della classe media che riescono a malapena a permettersi l’acquisto di una casa o di un appartamento, ogni franco conta. Lo sgravio sarà molto apprezzato e avrà effetto ogni anno. Le detrazioni per i lavori di manutenzione, invece, sono solo sporadiche. Alla fine, ogni anno rimarranno nelle tasche dei proprietari di case e appartamenti da 1 a 2 miliardi di franchi di imposte. Si tratta di un miglioramento significativo. Per la Confederazione, i Cantoni e i Comuni, queste perdite massime di 2 miliardi sono facilmente compensabili. Tale importo rappresenta solo l’1% circa del bilancio finanziario complessivo, quindi ci muoviamo nell’ambito della normale imprecisione di bilancio.
In particolare, i proprietari di immobili in pensione che devono vivere solo con la rendita AVS o con una modesta rendita della cassa pensioni – ad esempio perché il denaro della cassa pensioni è investito nella propria abitazione – potrebbero non essere più in grado di pagare queste imposte. La riforma consentirebbe di correggere tali situazioni critiche. Anche i proprietari di immobili che percepiscono prestazioni complementari dell’AVS (ciò è possibile se il patrimonio immobiliare netto non supera i 112’000 franchi) beneficerebbero di uno sgravio. Il valore locativo proprio è infatti considerato come un reddito e di conseguenza vengono versate prestazioni complementari più basse. Anche questa ingiustizia verrebbe eliminata.
Un sì all’abolizione del valore locativo aiuta soprattutto la classe media lavoratrice o pensionata!