La Svizzera sta scoppiando. I maghi dei numeri dell’Ufficio federale di statistica avevano previsto, in uno scenario “medio” del 2010, che il traguardo dei 9 milioni di abitanti sarebbe stato raggiunto nel 2060. E invece ci siamo arrivati già l’anno scorso. Al posto delle 8.000 persone in entrata all’anno che ci erano state promesse, ne arrivano quasi dieci volte tante – senza nemmeno contare i richiedenti asilo, beninteso. Non serve alcun ufficio federale per prevedere che tra meno di undici anni raggiungeremo i 10 milioni di abitanti in Svizzera.
Le conseguenze sono sconcertanti: gli affitti e i prezzi delle abitazioni esplodono. I mezzi pubblici sono costantemente sovraccarichi e sulle strade non ci si muove più.
La criminalità dilaga. Furti d’auto, effrazioni e borseggi sono all’ordine del giorno. Ormai la polizia non ha più alcuna possibilità di contrastare la criminalità organizzata e le bande in circolazione. I piccoli reati a volte nemmeno vengono più registrati, per non far deflagrare ulteriormente le statistiche.
Di sera, nessuna donna è più al sicuro – non solo da maniaci che si appostano, ma anche da richiedenti asilo che oziano in giro e che, in molti luoghi, la polizia lascia semplicemente fare.
Analfabeti prolifici
La situazione nelle nostre scuole è indescrivibile. In molti casi non si trasmette più alcun sapere: ci si limita a gestire una multietnicità fuori controllo. L’ortografia e le operazioni aritmetiche di base non sono più padroneggiate nemmeno dagli studenti liceali – e pure le università potrebbero raccontarne tante.
Gli uffici assistenziali sono al collasso e i comuni riescono a malapena a sostenerne i costi. Perché invece dei lavoratori qualificati, a causa di una politica dell’asilo irresponsabile e del famigerato ricongiungimento familiare, arrivano in maggioranza immigrati mediamente poco istruiti, ma con una prolificità ben superiore alla media, che si abbeverano largamente dalla fonte del nostro sistema sociale e stanno portando la Svizzera sull’orlo del collasso.