La riforma della LPP crea pensioni migliori per molte donne e per i redditi bassi

Il 22 settembre voteremo sulla riforma della LPP. Questa migliorerà le pensioni, in particolare per i lavoratori a basso reddito e a tempo parziale. E quindi per molte donne. Questo rende ancora più incomprensibile l’opposizione della sinistra. In realtà il PS e i sindacati non sono interessati alla questione: vogliono unicamente abolire il nostro sistema a tre pilastri, ma senza dirlo pubblicamente. A maggior ragione abbiamo bisogno di un “sì” compatto da parte del centro-destra.

Roberta Soldati
Roberta Soldati
(TI)
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Il nostro sistema pensionistico a tre pilastri è un modello di successo. Il 22 settembre possiamo migliorare e rafforzare il secondo pilastro. Questo perché oggi la previdenza professionale presenta svantaggi dirompenti. I dipendenti con stipendi bassi ricevono poca o nessuna pensione LPP e sono complessivamente meno assicurati. Ciò riguarda in particolare molte donne.

Con la riforma della LPP miglioreremo queste pensioni. Ben 100’000 redditi avranno un fondo pensione. E ne vale la pena: i contributi dei dipendenti e dei datori di lavoro verranno generalmente triplicati dagli interessi fino alla pensione, creando così un’altra buona base per la vecchiaia oltre all’AVS.

Il secondo pilastro è anche un’importante forma di assicurazione in caso di gravi imprevisti. La previdenza professionale, infatti, prevede prestazioni in caso di morte e invalidità per tutta la famiglia, compresi i figli. Questa protezione è particolarmente importante per chi ha un reddito basso e per le donne, un aspetto che purtroppo viene trascurato nell’attuale dibattito.

I redditi bassi e le donne beneficeranno quindi in modo particolare della riforma della LPP. Tuttavia, la riforma è nell’interesse di tutti: la previdenza professionale autonoma sarà rafforzata e garantita per il futuro. Questo è importante per l’economia e per tutti i lavoratori. Anche i pensionati possono votare a favore senza preoccuparsi: tutte le pensioni attuali sono e rimarranno garantite!

Una bocciatura tornerebbe utile alla sinistra, ritenuto che essa vuole abolire il sistema dei tre pilastri e sostituirlo con una pensione nazionale statale e burocratica. L’unica risposta possibile a questo scempio è un SÌ il 22 settembre.

Roberta Soldati
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(TI)
 
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