L’UDC accoglie con piacere la decisione della Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale, di invitare il Consiglio federale a non firmare il Patto mondiale dell’ONU per le migrazioni e a sottoporre questa convenzione al Parlamento per la decisione. È anche positivo per l’UDC, che questa stessa commissione abbia deciso di sentire in audizione, in occasione della sua prossima seduta, il Consiglio federale e altri alti responsabili su questa importante tematica. L’UDC chiede inoltre che la decisione del Parlamento sia sottoposta a referendum.
La firma del Patto delle migrazioni dell’ONU non è compatibile con la norma costituzionale che esige una gestione autonoma dell’immigrazione. È semplicemente scandaloso che il Consiglio federale abbia cionondimeno deciso di sottoscriverlo.
Come l’UDC ha sempre ricordato, questo accordo mira a una “migrazione sicura, ordinata e regolate”. Esso facilita enormemente l’accesso dei migranti ai paesi di loro scelta, e ciò indipendentemente dalle loro qualifiche. Ciò significa, in altre parole, che bisognerebbe creare degli itinerari legali, censurare i media per imporre loro dei resoconti presunti equilibrati, offrire dei corsi di lingue già nei paesi d’origine, facilitare sensibilmente il ricongiungimento familiare e facilitare i trasferimenti di denaro nei paesi d’origine dei migranti. Tutti questi obiettivi sono diametralmente opposti al mandato che popolo e cantoni hanno dato al Consiglio federale in politica di migrazione: secondo l’articolo 121a cst., la Svizzera deve di nuovo gestire in maniera autonoma l’immigrazione nel suo territorio.
L’UDC è sollevata nel constatare che anche gli altri partiti hanno capito la portata di questo accordo. Essa s’aspetta dal Consiglio federale che torni sulla sua decisione e decida di rinunciare a sottoscrivere il Patto per le migrazioni.