Non è certamente un caso se, dopo le vivaci discussioni di quest’estate sull’accordo-quadro con l’UE, questo tema è stato passato sistematicamente sotto silenzio da parte dei media e del Consiglio federale durante questa campagna di voto sull’iniziativa per l’autodeterminazione. Adesso, pare che l’accordo-quadro sia pronto per essere firmato.
Emerge dalle dichiarazioni fatte dal segretario di Stato Roberto Balzaretti lunedì scorso, in occasione di un dibattito con Christoph Blocher ad Affoltern am Albis, che i negoziati con l’UE sulla stipulazione di un accordo-quadro siano conclusi. L’affermazione di Balzaretti, secondo la quale dei temi importanti per la Svizzera sarebbero stati esclusi dall’accordo, non serve evidentemente che a calmare gli animi in politica interna.
Per l’UDC non si tratta che dell’abituale tattica delle fette di salame praticata dal Consiglio federale – come già fu il caso con gli accordi di Schengen-Dublino che costringono oggi la Svizzera a inasprire la sua legge sulle armi per adeguarla a quella dell’UE. Nonostante tutti i periodi di transizione e tutte le regolamentazioni eccezionali, sarà solo una questione di tempo perché la Svizzera sia obbligata a riprendere, per esempio, le direttive sulla cittadinanza europea con tutti i diritti che questa implica in materia di aiuto sociale e di diritti politici degli stranieri UE in Svizzera – e a sopprimere delle misure d’accompagnamento.
L’UDC è convinta che il popolo svizzero si rende perfettamente conto delle manovre tattiche del Consiglio federale e invita quest’ultimo a smettere di fare concessioni all’UE, perché l’accordo-quadro priva le cittadine e i cittadini del loro diritto all’autodeterminazione.