La Commissione UE non ha apparentemente intenzione di prolungare l’equivalenza borsistica. Essa aumenta la pressione sulla Svizzera per forzarla ad accettare l’accordo-quadro istituzionale. Questi tentativi di ricatto sono intollerabili agli occhi dell’UDC, ce chiede al Consiglio federale di adottare finalmente delle misure rigorose.
La Commissione UE mostra finalmente il suo vero volto. Se non ha deciso oggi di riconoscere definitivamente l’equivalenza della regolamentazione borsistica della Svizzera rispetto a quella dell’UE, è allo scopo di aumentare la pressione sulla Svizzera affinché il Consiglio federale approvi l’accordo-quadro con l’UE. L’UDC condanna severamente questo vergognoso ricatto e questa procedura imperialista dell’UE. Non si agisce in questo modo con degli Stati sovrani.
NO all’accordo-quadro – contro-strategie – nessun versamento al fondo di coesione dell’UE
Il comportamento dell’UE dimostra al di là di ogni dubbio che l’atteggiamento di sottomissione del Consiglio federale non ha gli effetti sperati. L’UDC invita perciò il governo ad adottare delle misure chiare e rigorose. L’accordo-quadro istituzionale deve essere rifiutato, tanto più che il problema di fondo di questo trattato, ossia la ripresa automatica del diritto UE e il riconoscimento di giudici stranieri, non è stato risolto. In seguito, il Consiglio federale deve preparare l’applicazione del cosiddetto “piano B”, quindi la contro-strategia elaborata dal Dipartimento delle finanze del consigliere federale Ueli Maurer – a meno che l’UE modifichi la sua posizione e prolunghi lo stesso, nel corso dei prossimi giorni, l’equivalenza borsistica accordata alla Svizzera. Occorre inoltre che il Consiglio federale elabori delle contro-strategie anche in altri settori, al fine di rendere inefficaci i tentativi di ricatto dell’UE. Infine, è evidente che la Svizzera deve rinunciare al versamento di oltre un miliardo di franchi al fondo di coesione dell’UE.