L’UDC è indignata dalla decisione del Tribunale amministrativo federale di vietare il rinvio in Italia di famiglie richiedenti l’asilo. Con questa sentenza, la giustizia svizzera rompe con l’accordo di Dublino e, inoltre, contribuisce all’aumento costante dei costi dell’aiuto sociale in Svizzera.
La maggior parte delle persone nel settore dell’asilo vive a spese dell’aiuto sociale, il più delle volte durante anni quando non decenni. Questa realtà non impedisce affatto al Consiglio federale di interpretare in maniera eccessivamente generosa il concetto di rifugiato, accordando ogni anno a migliaia di nuovi richiedenti un diritto di soggiorno duraturo in Svizzera. Presso gli Eritrei, il gruppo etnico più importante fra i richiedenti l’asilo, la quota dell’aiuto sociale supera addirittura il 90%. I costi diretti e indiretti di questa cattiva politica d’asilo ammontano a miliardi di franchi a carico dei contribuenti svizzeri.
È quindi ancora più scioccante che la giustizia svizzera si permetta a sua volta di ignorare l’accordo di Dublino: il Tribunale amministrativo federale ha infatti appena deciso che le famiglie di richiedenti l’asilo non possono più essere rinviate in Italia, nonostante che, conformemente a all’accordo di Dublino, questo paese sia responsabile della trattazione di queste domande. I giudici affermano di dubitare della capacità dell’Italia di offrire a queste famiglie un alloggio adeguato.
Une grande famiglia nigeriana può rimanere in Svizzera
Il risultato immediato di questa sentenza è che due famiglie nigeriane – di cui una conta nove membri – possono rimanere in Svizzera. Altre seguiranno, per forza di cose, causando contemporaneamente dei costi non solo per l’aiuto sociale, ma anche per l’istruzione pubblica, la sanità pubblica, eventualmente anche per i servizi di protezione dei fanciulli e degli adulti.
L’UDC chiede un’applicazione rigorosa della legislazione sull’asilo e dell’accordo di Dublino. Qualora l’Italia non adempia effettivamente ai suoi obblighi in termini di accoglienza dei richiedenti l’asilo, il Consiglio federale dovrà agire nell’ambito dell’organizzazione dell’accordo di Dublino o direttamente presso il governo italiano. Non è accettabile che la Svizzera giochi a fare l’allievo modello rispettando alla lettera questo accordo e che in più debba sopportarne le spese.