Il Sì alla legge sul cinema e al consenso presunto per la donazione degli organi limitano i diritti, la libertà e la responsabilità individuale dei cittadini e rafforzano l’influenza dello Stato sulla nostra vita privata. L’approvazione di maggiori fondi per Frontex deve essere accompagnata da un’estensione dei controlli alle frontiere da parte della Svizzera. Il Consiglio federale deve garantire che i milioni destinati a Bruxelles siano utilizzati in modo efficace ed efficiente.
L’UDC apprende con rammarico del Sì popolare a favore della legge sul cinema e del modello sul consenso presunto nella donazione di organi. Entrambe le proposte di legge sono espressione di uno Stato paternalistico sempre più prepotente, che limita sempre più la libertà e la responsabilità individuale delle persone. La nuova legge sul cinema obbliga i fornitori di contenuti streaming a proporre il 30 percento di film europei e a versare almeno il 4 percento dei loro ricavi alla scena cinematografica svizzera. La formulazione “almeno” lascia la porta aperta a un maggior sfruttamento delle aziende private. L’UDC chiede al Consiglio federale di esercitare moderazione nel redigere la relativa ordinanza e di rispettare la volontà della forte minoranza popolare che ha respinto la Legge sul cinema alle urne.
L’adozione delle modifiche alla Legge sui trapianti non deve portare a ulteriori violazioni dell’integrità fisica e psicologica delle persone. L’UDC continuerà a impegnarsi con coerenza per la salvaguardia della libertà personale così come garantita dalla Costituzione federale.
Il SÌ a Frontex non è un assegno in bianco
L’UDC accoglie con favore il SÌ a Frontex. Ciò consentirà di proteggere meglio le frontiere esterne dell’UE, a vantaggio anche degli interessi della Svizzera. Tuttavia, non si tratta di un assegno in bianco e non deve portare a un ulteriore smantellamento dei confini interni. La Svizzera deve rafforzare i controlli alle proprie frontiere, perché solo i singoli Stati possono proteggersi al meglio.
Attualmente, sono in corso discussioni a Bruxelles in merito al prolungamento dei controlli alle frontiere nazionali, introdotti durante l’ondata di rifugiati del 2015. Il Consiglio federale deve chiarire all’UE che la Svizzera intende occuparsi autonomamente della propria sicurezza. Inoltre, il Consiglio federale deve garantire che gli oltre 60 milioni di franchi svizzeri che saranno stanziati per Frontex saranno utilizzati in modo efficiente ed efficace.