La tendenza demografica non può più continuare in questo modo. Una Svizzera con 10 milioni di abitanti mette in pericolo la nostra qualità di vita, la nostra prosperità e il nostro straordinario paesaggio.
Un bel giardino va curato. Allo stesso modo un Paese eccezionale come la Svizzera: in modo previdente e con gli occhi ben puntati al futuro. In tutto ciò la questione migratoria rappresenta un elemento centrale. Cent’anni fa, in questo paese vivevano 3,8 milioni di persone. Cinquant’anni fa erano circa 6 milioni. Oggi abbiamo ormai superato la soglia dei 9 milioni. Le 200 pale eoliche approvate dal Parlamento genereranno appena 1 terawattora (TWh) di elettricità. Mentre l’immigrazione netta di 180’000 persone registrata lo scorso anno ne richiede da sola 1,3 TWh.
Smarrimento dell’identità ed erosione
Tutto deve avere una misura. Su di una barca per mille persone non ne posso accogliere cinquemila, altrimenti la barca affonda e anche chi prima stava bene, inizia a stare male. Nella piccola Svizzera un’immigrazione senza tetti massimi crea importanti scombussolamenti. Tutti parlano della carenza di lavoratori qualificati. Eppure, solo la metà di chi giunge in Svizzera ha un lavoro retribuito. L’immigrazione incontrollata sta aggravando il problema dei lavoratori qualificati. C’è bisogno di personale aggiuntivo negli ospedali e nelle scuole, nell’amministrazione e nella ristorazione, ecc. La Svizzera, quale Paese fra i più virtuosi al mondo ha attratto e continua ad attrarre moltissimo. Ma proprio per tutelarla quale Nazione virtuosa, bella, ordinata, di alta qualità e per non snaturarla, questa tendenza va finalmente limitata. Una tendenza che incide su molti aspetti. Dal mondo del lavoro alla spesa sociale, della sanità al sistema scolastico, fino alle nostre infrastrutture e il nostro paesaggio. Gli ingorghi sulle strade si sono moltiplicati a dismisura con l’introduzione della libera circolazione. L’arrivo costante di persone dall’estero determina un altrettanto costante aumento della domanda di elettricità e della quantità di emissioni di CO2. Non si può quindi scindere le tematiche energia e immigrazione.