NO a una gestione alla cieca della crisi pandemica e tre volte SÌ il 7 marzo
La gestione della pandemia Covid-19 continua a segnare le nostre esistenze imbrigliandoci in una trincea sociale ed economica che sta causando danni incalcolabili. Una maggioranza in Consiglio federale, capeggiata dal responsabile della sanità pubblica Alain Berset, continua a rifiutare al Popolo svizzero una prospettiva d’uscita da questa sfiancante situazione.
L’UDC ha sempre avuto, e mantenuto nel tempo, una posizione chiara in merito alla crisi Covid-19. La salute della nostra popolazione deve essere tutelata con concetti di protezione adeguati e l’economia deve essere messa in condizione di continuare il più possibile la sua attività. L’economia, che molti a sinistra disprezzano, rappresenta i nostri posti di lavoro e di apprendistato, le nostre prospettive future e il reddito delle famiglie svizzere. Oggi viviamo invece una situazione grottesca dove, non solo i gruppi a rischio sono inefficacemente tutelati dal Governo federale, ma inoltre si stanno spingendo molti cittadini attivi in una spirale di disagio psichico e sociale. Il tutto mentre le misure imposte dal Consiglio federale causano ai contribuenti svizzeri un indebitamento di 100’000 franchi al minuto. Così non si può certo andare avanti, l’UDC continuerà a impegnarsi affinché la popolazione possa tornare a vivere e a lavorare, nel rispetto delle ragionevoli misure d’igiene e di distanziamento sociale.
Non solo la pandemia ci impegna in questo periodo. Il prossimo 7 marzo, le cittadine e i cittadini svizzeri saranno chiamati ad esprimersi su importanti tematiche. Prima fra tutte, l’iniziativa popolare “Sì al divieto di dissimulare il viso”. Una proposta di modifica costituzionale che testimonia la nostra scelta di società. È per me incomprensibile che ai nostri giorni vi sia ancora tolleranza nei confronti di queste forme di oppressione e ancora meno giustificabile che molte femministe di sinistra siano pronte a sostenere questa sudditanza delle donne. Questa iniziativa sarà utile ad arginare l’avanzata dell’islam radicale, che nulla ha da spartire con la nostra cultura e i nostri valori, e a rafforzare la sicurezza della nostra popolazione, vietando a chiunque di nascondere il viso, condizione essenziale per i criminali e i violenti. Il 7 marzo saremo inoltre chiamati a votare l’accordo di libero scambio tra i Paesi AELS e l’Indonesia. Questo trattato riveste una grande importanza per le nostre PMI, soprattutto in questo momento difficoltà economica, perché ci permette di accedere a un mercato in grande crescita e ci rende sempre meno dipendenti dal mercato europeo. Esso rappresenta inoltre un nuovo modello di partenariato commerciale basato sulla sostenibilità e il rispetto delle relative esigenze.
Non dimentico infine la battaglia che più ci sta a cuore ossia quella in favore della libertà, l’indipendenza e l’autodeterminazione del nostro Paese. Una battaglia che passa da un chiaro rifiuto dell’accordo istituzionale con l’Unione europea. Il fronte dei sostenitori si sta sgretolando ma noi dobbiamo restare vigili perché i peggiori nemici del Paese sono in Patria e sono pronti in qualsiasi momento ad approvare ciò che fino al giorno prima criticavano.
Nelle prossime pagine, che vi invito a leggere, avrete modo di approfondire maggiormente queste e altre tematiche.