Pubblicando la sua ultima statistica dell’asilo, la Confederazione tenta ancora una volta di dare l’impressione che il problema stia recedendo. Tentativo inutile e fuori posto, constata l’UDC: 15’255 domande d’asilo sono sempre troppe – tanto più che, nella stragrande maggioranza dei casi, non si tratta di rifugiati.
Nella sua statistica annuale del 2018, la segreteria di Stato alla migrazione (SEM) ha annunciato l’arrivo in Svizzera di 15’255 richiedenti l’asilo, ossia il 15,7% in meno dell’anno recedente. Queste cifre sono senza dubbio corrette, ma resta il fatto che il numero di persone del settore dell’asilo non smette di aumentare. Oggi, più di 123’000 persone vivono a questo titolo in Svizzera, ossia 1977 più che nel 2017. Altro dettaglio significativo: dall’entrata in funzione della consigliera federale Simonetta Sommaruga nel 2010, il numero di persone ammesse provvisoriamente è raddoppiato, raggiungendo circa le 46’000 unità.
Per l’UDC, il numero di richiedenti l’asilo che arriva in Svizzera e che può restarvi è sempre troppo elevato, e ciò principalmente per tre ragioni: primo, nella gran parte dei casi non si tratta di rifugiati, bensì di migranti economici che cercano delle migliori condizioni di vita. Prova ne è che la Confederazione non accorda l’asilo che nel 26% dei casi.
Circa 80’000 persone immigrano in totale in Svizzera ogni anno
Secondo: anche più di 15’000 nuove domande d’asilo sono troppe, perché il Consiglio federale ha deciso nel 2015, su proposta dell’ex-ministra dell’asilo Simonetta Sommaruga, di far partecipare la Svizzera a dei programmi di reinsediamento. Nell’ambito di questa azione, diverse migliaia di presunti rifugiati arrivano direttamente in Svizzera per aereo. Inoltre, il sistema di Dublino funziona a danno della Svizzera: la Germania rinvia sempre più migranti Dublino verso la Svizzera.
A questo arrivo in massa di falsi rifugiati, bisogna poi aggiungere circa 40’000 persone che s’insediano in Svizzera grazie all’accordo di libera circolazione. Delle migliaia d’altri provengono da Stati terzi, ossia circa 23’000 fino a novembre 2018, secondo gli ultimi dati del SEM. In totale, la Svizzera subisce dunque un’immigrazione di circa 80’000 persone l’anno in cifra netta. Tutta questa gente ha bisogno di alloggi, utilizza le strade e i mezzi di trasporto e provoca dei costi a livello di formazione, salute pubblica, aiuto sociale e sicurezza pubblica.
La maggior parte vive dell’aiuto sociale
Terzo, infine, la stragrande maggioranza degli immigranti entrata per via dell’asilo vive dell’aiuto sociale, dunque a spese dei contribuenti svizzeri. Secondo la statistica della Confederazione, il tasso d’occupazione presso le persone ammesse provvisoriamente è circa del 37%, mentre è addirittura solo del 31% fra i rifugiati riconosciuti. In breve, quattro persone su dieci o tre persone su dieci lavorano.
Il termine “attivo” è tuttavia ingannevole in questo settore. Infatti, molte persone dell’asilo che esercitano un’attività lucrativa – per esempio, in un programma d’integrazione finanziato dallo Stato – non riescono a nutrire la loro famiglia, spesso numerosa. Queste persone vivono per parecchi anni a carico dell’aiuto sociale e percepiscono delle prestazioni complementari quando raggiungono l’età del pensionamento. Questa situazione porrà fra pochi anni dei problemi finanziari insormontabili a parecchi comuni.
Bloccare le ammissioni e rinviare immediatamente i richiedenti respinti
Per tutte queste ragioni, l’UDC chiede con determinazione una diminuzione del numero di richiedenti l’asilo. La Svizzera deve immediatamente smettere di partecipare a dei programmi di reinsediamento. Inoltre, le persone ammesse provvisoriamente che vengono da Stati considerati sicuri, devono essere immediatamente rimpatriati.