Costosa, irrealistica e dannosa per l’ambiente: i delegati dell’UDC Svizzera adottano all’unanimità il NO alla legge divoratrice di elettricità

Durante l’assemblea a Meyrin (GE), i delegati dell’UDC si sono concentrati sulla crisi energetica e sulla legge divoratrice di elettricità, che sarà votata dal Popolo il 18 giugno 2023. Una legge che, secondo esperti come il relatore e ricercatore ospite, il professor Lino Guzzella, aggrava la crisi energetica. I delegati hanno adottato le seguenti raccomandazioni di voto per le votazioni del 18 giugno 2023: all’unanimità dicono NO alla legge divoratrice di elettricità e SI all’imposizione minima dell’OCSE.

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Al centro dell’assemblea dei delegati dell’UDC Svizzera a Meyrin (GE) c’è stato l’approvvigionamento della Svizzera con elettricità sufficiente e a prezzi accessibili e quindi la legge divoratrice di elettricità (legge federale sugli obiettivi di protezione del clima, l’innovazione e il rafforzamento della sicurezza energetica), sulla quale gli svizzeri voteranno il 18 giugno. La legge, approvata dalla maggioranza di centro-sinistra alle Camere federali, mira a raggiungere l’obiettivo di emissioni nette di CO2 pari a zero entro il 2050. ” Ciò comporta un divieto di fatto sui combustibili fossili come la benzina, il diesel, l’olio da riscaldamento e il gas”, ha dichiarato il consigliere nazionale Michael Graber. Poiché la guida e il riscaldamento saranno possibili solo mediante l’elettricità, la domanda di energia elettrica aumenterà in modo massiccio. Con questa legge anche i costi esploderebbero letteralmente. Secondo uno studio dell’ETH, i costi energetici passeranno dagli attuali 3.000 Franchi a 9.600 Franchi pro capite all’anno.

“Con le modifiche previste, in inverno la carenza di elettricità sarà del 50%”.
Secondo l’oratore ospite Markus Blocher, che ha fatto luce sull’approvvigionamento energetico dal punto di vista economico, l’obiettivo dell’azzeramento netto sarebbe possibile al più presto tra 55 anni e costerebbe almeno 10-30 miliardi di franchi svizzeri all’anno. “L’obiettivo dello zero netto entro il 2050 non è realistico”, ha detto Blocher. L’economia, e di conseguenza i consumatori, dovranno pagarne i costi. Ma per poterlo fare, l’economia ha bisogno di energia ed elettricità affidabili. Secondo Markus Blocher, questo significa concretamente: la vita operativa delle centrali nucleari deve essere estesa a 80 anni. Per la transizione, fino a quando non saranno disponibili sufficienti produttori di energia alternativa con una sufficiente capacità di stoccaggio e di trasporto dell’elettricità, è necessario aggiungere rapidamente generatori di elettricità con combustibili fossili e, successivamente, con e-carburanti, per essere in grado di colmare una penuria energetica. La sua conclusione sulla legge divoratrice di elettricità: “Dobbiamo dire no a questa legge, è troppo a breve termine e troppo costosa”.

Secondo Lino Guzzella, ricercatore ed ex presidente del Politecnico di Zurigo, la legge divoratrice di elettricità porterà anche a un peggioramento della crisi energetica. “Con i cambiamenti previsti – riscaldamento e mobilità elettrica, smantellamento delle centrali nucleari, nessuna importazione, fotovoltaico come nuova fonte centrale di elettricità – alla Svizzera mancherebbe circa il 50% di elettricità nei mesi invernali”. Gli impianti fotovoltaici nelle Alpi migliorerebbero effettivamente la situazione. “Ma per produrre abbastanza elettricità con il sole, bisognerebbe costruire sulle Alpi 3300 impianti solari con una superficie di oltre 300 chilometri quadrati“.

“Con il pretesto della protezione del clima, vogliono sacrificare la nostra natura”.
Vera Weber, presidente dell’organizzazione ambientale Fondazione Franz Weber, ha fatto luce sull’aspetto della conservazione della natura nella sua presentazione. “Ciò che viene annunciato è perfido e insidioso. Sull’altare della transizione energetica, con il pretesto dell’approvvigionamento elettrico e della protezione del clima, la maggioranza dei nostri rappresentanti eletti vuole sacrificare il nostro bene più prezioso e più limitato: ciò che resta della nostra natura, cioè la nostra biodiversità, i nostri biotopi, le nostre foreste e i nostri paesaggi intatti”. Ignorando la nostra Costituzione, le nostre leggi e le regole della democrazia diretta, il Parlamento sta calpestando i valori della Svizzera, annullando così molti dei progressi compiuti nella tutela della natura e del paesaggio svizzeri.
I delegati dell’UDC Svizzera hanno adottato all’unanimità il NO al voto del 18 giugno sulla legge divoratrice di elettricità (legge federale sugli obiettivi di protezione del clima, l’innovazione e il rafforzamento della sicurezza energetica).

SÌ all’imposizione minima OCSE
In merito al secondo tema in votazione, il decreto federale sull’imposizione speciale dei grandi gruppi di imprese (attuazione del progetto OCSE/G20 sull’imposizione dei grandi gruppi di imprese), i delegati hanno votato SÌ con 112 voti favorevoli, 2 contrari e 6 astensioni.

All’assemblea di Meyrin (GE) hanno partecipato 172 delegati e 32 ospiti. Come di consueto nelle città governate dalla sinistra, i circoli anti-democratici di sinistra volevano disturbare l’assemblea dei delegati, motivo per cui la polizia ginevrina era presente sul posto con un ampio dispiegamento di forze. L’UDC Svizzera ringrazia le forze dell’ordine per il loro operato a favore della nostra democrazia.

 
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