Comunicato stampa

Il caos in materia di asilo causato dagli altri partiti mette a rischio la sicurezza della popolazione svizzera

La Svizzera ha perso il controllo su chi arriva nel nostro Paese: il numero di richiedenti asilo e di immigrati clandestini sta esplodendo. Le conseguenze sono costi miliardari e aumento della criminalità. La popolazione svizzera sta pagando a caro prezzo la politica sbagliata in materia di asilo portata avanti da PS, Verdi, Verdi Liberali, PLR e Centro. Il Gruppo dell’UDC si batte nella Sessione di primavera per fermare il caos dell’asilo. Nella riunione di Seedorf (UR) ha adottato all’unanimità le relative mozioni. Il Gruppo ha inoltre chiesto una sessione straordinaria per proteggere le frontiere della Svizzera.

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Nel 2023 sono arrivati in Svizzera oltre 30’000 richiedenti asilo, quasi il 25% in più rispetto all’anno precedente. Per il 2024, il governo federale si aspetta di nuovo oltre 30’000 domande, senza contare gli ucraini con lo statuto S. Inoltre, nel 2023 sono stati registrati oltre 50’000 attraversamenti illegali delle frontiere. Nessuno sa quante persone siano effettivamente giunti in Svizzera.

Questa politica completamente sbagliata di apertura delle frontiere sta costando cara alla popolazione svizzera sotto tutti i punti di vista. Nel 2023, la Confederazione metterà a bilancio 4 miliardi di franchi solo per l’asilo, più che per l’agricoltura. Allo stesso tempo, la politica di asilo del PS, dei Verdi, dei Verdi Liberali, del PLR e del Centro mette a rischio la sicurezza: furti, rapine, molestie, stupri, accoltellamenti e altri atti di violenza da parte dei cosiddetti “richiedenti asilo” sono all’ordine del giorno. L’8 febbraio, un richiedente asilo iraniano – armato di ascia e coltello – ha preso in ostaggio 15 persone su un treno nel Canton Vaud.

Il gruppo parlamentare UDC chiede in particolare al ministro dell’asilo Beat Jans di porre fine al caos in materia di asilo. Il gruppo parlamentare dell’UDC voterà a favore delle seguenti mozioni nella sessione di primavera:

Il Gruppo UDC si adopera inoltre per la protezione dei confini nazionali. A tal fine, ha presentato due mozioni identiche al Consiglio nazionale e al Consiglio degli Stati e chiede una sessione straordinaria durante la sessione di primavera.

  • Mozione 23.4472 / 23.4448 “Protezione delle frontiere nazionali” – Le persone che entrano in Svizzera vengono sistematicamente controllate alle frontiere. Le persone prive di un permesso di soggiorno valido o di un’altra autorizzazione d’ingresso non possono entrare.
  • Mozione 23.4401 / 23.4534 “Nessun asilo per i cittadini provenienti da Stati del Consiglio d’Europa”. Gli Stati membri del Consiglio d’Europa – tra cui la Turchia – sono soggetti alla Commissione europea dei diritti dell’uomo e sono riconosciuti a livello internazionale come Stati di diritto. Ciononostante, 7’471 persone provenienti dalla Turchia sono attualmente in procedura d’asilo in Svizzera. È evidente che la Segreteria di Stato per la migrazione (SEM) viola sistematicamente l’applicazione della legge sull’asilo nella pratica.

Tuttavia, il Gruppo UDC ha respinto all’unanimità l’iniziativa parlamentare 21.504 della CIP-N “In casi di violenza domestica applicare il caso di rigore in base all’articolo 50 della legge federale sull’immigrazione e l’asilo”. In parole povere, questo significa che gli stranieri che pestano possono rimanere in Svizzera – con un sostegno statale a tutto tondo.

Il Gruppo UDC respinge anche l’emendamento alla legge federale 23.059Ulteriore sviluppo dell’acquis di Schengen. Sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei visti. In particolare, la Svizzera dovrà pagare 250 milioni di franchi in più per il sistema Schengen/Dublino per un periodo di sette anni, oltre ai costi attuali. Costi aggiuntivi di centinaia di milioni di franchi fiscali per un sistema che ha fallito: le frontiere esterne dell’UE sono piene di buchi come un formaggio svizzero e l’Italia sta violando l’accordo perché non riprende i casi di Dublino.

Dopo l’incontro, il gruppo UDC ha incontrato i rappresentanti dell’industria locale presso la GIPO AG di Seedorf (UR). GIPO AG è l’unico produttore svizzero a sviluppare e costruire impianti di lavorazione specifici per l’industria della “pietra e della terra” e del riciclaggio. Oggi sono in funzione più di 1’000 impianti in tutto il mondo.

 
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