La Svizzera ha una democrazia unica. In nessun altro Paese al mondo la popolazione ha così tanta voce in capitolo quanto qui. Non solo eleggiamo, ma possiamo anche decidere su questioni politiche: ad esempio, la rendita AVS, il livello delle imposte, la sicurezza delle frontiere e l’immigrazione eccessiva.
Per l’UDC è chiaro: non permetteremo in nessun modo che questi diritti popolari ci vengano revocati! In Svizzera, il Popolo è sovrano. Vogliamo decidere da soli quali politiche accettare e quali no. Il Consiglio federale non ha ovviamente compreso appieno questo messaggio. Il suo compito sarebbe quello di rappresentare gli interessi della Svizzera e difendere i diritti del Popolo nei confronti dell’UE. Invece, negozia regolamenti sulle spese.
Purtroppo, quando i negoziati sull’accordo quadro del 2021 sono stati interrotti, il Consiglio federale non ha chiarito all’UE che la Svizzera non avrebbe accettato una sudditanza istituzionale. Il comunicato stampa di oggi dimostra che il Consiglio federale vuole continuare a confondere le acque e a negoziare con l’UE su questioni secondarie.
Ovviamente, il Consiglio federale vuole dare l’impressione alla propria popolazione di difendere gli interessi della Svizzera con la sua “presa di posizione” odierna. Questi tentativi di inganno devono finire. L’UDC esige dal Consiglio federale che faccia finalmente chiarezza: nei confronti dell’UE e nei confronti del Popolo svizzero. I diritti popolari svizzeri non sono negoziabili!
L’egocentrismo dei singoli Consiglieri federali dev’essere fermato. La Svizzera e l’UE possono concludere accordi nel reciproco interesse e su un piano di parità. Ma l’accordo quadro previsto non è altro che un trattato di sottomissione all’UE: il Popolo svizzero non avrebbe più voce in capitolo su questioni importanti. La Svizzera dovrebbe adottare il diritto dell’UE e sottomettersi ai suoi giudici. Ciò distruggerebbe la nostra democrazia diretta e quindi il nostro modello politico di successo.
L’ostruzionismo della Commissione del Consiglio degli Stati
L’UDC è altresì sconcertata dalle decisioni della Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati (CIP-S). Essa ignora le preoccupazioni della popolazione riguardo all’immigrazione incontrollata ed eccessiva. La CIP-S ha respinto la mozione 24.3057 del gruppo parlamentare UDC “Nessun ricongiungimento familiare per le persone ammesse provvisoriamente” e la mozione 24.3511 di Esther Friedli “Nessun ricongiungimento familiare per le persone ammesse provvisoriamente” con 6 voti a 5 e 1 astensione. Ricordiamo che le “persone provvisoriamente ammesse” sono persone sulle quali pende decisione negativa in materia d’asilo e che dovrebbero effettivamente lasciare il nostro Paese. Invece, la maggioranza di centro-sinistra concede a questi richiedenti l’asilo un permesso di soggiorno, con accluso pieno diritto all’assistenza sociale.
L’UDC si aspetta inoltre che la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati sottoponga finalmente al Plenum la mozione 23.4448 del Consigliere agli Stati Marco Chiesa “Protezione delle frontiere nazionali svizzere” del 21 dicembre 2023. A quanto pare, la discussione preliminare in seno alla commissione è stata nuovamente rinviata.