Oggi, il Consiglio federale ha deciso di prolungare di un anno lo statuto di protezione S per i rifugiati di guerra provenienti dall’Ucraina, fino a marzo 2024. Il pretesto della pianificazione della sicurezza e il riferimento all’UE non sono altro che un nuovo cedimento dinanzi a Bruxelles e alla sua fallimentare politica di asilo. La decisione aiuta unicamente i giovani di tutto il mondo che attraversano l’Europa e presentano domanda di asilo dove a loro meglio aggrada. Il Consiglio federale ha abbandonato la difesa degli interessi degli svizzeri.
Nel mese di agosto, il Consiglio federale ha risposto alla mozione del gruppo parlamentare dell’UDC “Procedura d’asilo regolare invece che statuto di protezione S per le persone provenienti dall’Ucraina occidentale, centrale e settentrionale”, affermando che “l’attuazione proposta di procedure d’asilo regolari per le persone provenienti da alcune regioni dell’Ucraina, attualmente libere dalla guerra, porterebbe inoltre a un sovraccarico della procedura d’asilo e quindi sarebbe in contrasto con l’obiettivo dello statuto di protezione S di alleggerire le procedure d’asilo”.
Negli ultimi mesi, le richieste di statuto di protezione S sono state meno frequenti. Invece, c’è una grande corsa di giovani uomini che arrivano in Europa con bande di contrabbandieri da tutto il mondo e scelgono liberamente un Paese dell’area Schengen per richiedere asilo. Il sistema Schengen, compresa la salvaguardia delle frontiere esterne, non vale la carta su cui sono scritte le sue norme di attuazione. Sembra che a causa della sua inazione inerme nei confronti di questo afflusso illegale di richiedenti asilo, la Consigliera federale Keller-Sutter voglia continuare a mantenere lo statuto di protezione S come misura precauzionale temporanea.
Il fatto che i centri di asilo siano di fatto pieni ovviamente non preoccupa la Consigliera federale responsabile Keller-Sutter. Lei si limita a passare i migranti richiedenti l’asilo ai Cantoni. Laddove si devono aprire strutture di protezione civile, chiudere palestre per le scuole e lo sport e – se il flusso di migranti economici non si placa definitivamente – costruire insediamenti con container e tendopoli.
Solo quest’anno, il nostro piccolo Paese crescerà di oltre 200.000 persone. La metà di loro vivrà a spese della popolazione svizzera che lavora e paga le tasse. L’esperienza dimostra che per i beneficiari di protezione, il tasso di assistenza sociale è del 90%, per i rifugiati dell’85% anche dopo 5 anni di permanenza in Svizzera. Ancora una volta, è il ceto medio che lavora duramente a dover pagare.
L’UDC esige quindi che: