Comunicato stampa

Il popolo si pronuncia contro dei costi esorbitanti per l’AVS, contro l’iniziativa “Economia verde” nefasta per l’economia, e a favore della sicurezza

L’UDC prende atto con soddisfazione delle decisioni prese oggi dalle cittadine e dai cittadini nell’ambito delle votazioni federali.

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L’UDC sin rallegra del rigetto dell’iniziativa AVSPlus lanciata dai sindacati. Si dimostra ancora una volta che la popolazione svizzera è perfettamente cosciente della responsabilità che si assume per il funzionamento dell’istituzione solidale AVS. In mancanza di correttivi, circa 7,5 miliardi di franchi mancheranno ogni anno nella cassa dell’AVS entro il 2030. Nel 1948, ogni rendita era finanziata da 6,5 attivi; questi erano ormai soltanto 3,7 nel 2007, e il loro numero calerà a 2,1 nel 2015. Per il gruppo UDC, l’adeguamento dell’età di pensionamento delle donne a quello degli uomini, quindi a 65 anni, è prioritario nella riforma Previdenza vecchiaia 2020 che il Parlamento esaminerà la settimana prossima. Esso respinge qualsiasi aumento a innaffiatoio delle rendite AVS. I parlamentari federali UDC sosterranno anche la proposta di far passare il contributo federale all’AVS dal 19,55 al 20%. Essi si sono pure detti favorevoli a un meccanismo d’intervento nell’AVS che agisca quale freno all’indebitamento. Secondo i calcoli attuali, tale meccanismo si applicherebbe al più presto nel 2035. Il gruppo UDC approva anche l’abbassamento del tasso di conversione minimo dal 6,8 al 6% nella previdenza professionale. Per contro, si oppone chiaramente a un finanziamento complementare tramite un aumento del tasso d’IVA dello 0,6 o dello 0,4%. Esso deciderà alla fine del dibattito parlamentare se approvare o no la riforma Previdenza vecchiaia 2020.

Impedire adesso una legge disastrosa sull’energia
È con grande soddisfazione che l’UDC prende atto del verdetto popolare chiaro e netto contro l’iniziativa utopica ed estremista “Economia verde” che mirava a ridurre di due terzi il consumo di risorse entro il 2050. Questo obiettivo non lo si sarebbe potuto raggiungere che mediante una messa sotto tutela radicale della popolazione, come pure di nuove prescrizioni, nonché per mezzo di massicci aumenti dei prezzi per lo spostamento in auto, per il riscaldamento, per le docce, per il bucato, per la cucina, per i viaggi in aereo, per la televisione, eccetera. Ricordiamoci tuttavia che la settimana prossima il Consiglio nazionale intende fare un grande passo in questa direzione con la nuova legge sull’energia (la cosiddetta Strategia energetica 2050). Anche qui si tratta ancora una volta di un interventismo forsennato dello Stato con una valanga di norme e regolamentazioni. Una volta di più, le PMI, le cittadine e i cittadini, come pure le famiglie dovranno passare alla cassa. L’UDC continua a contare sul buonsenso del PLR e su un forte sostegno dell’economia per combattere questo nocivo progetto con un referendum.

Imporre dei controlli sistematici alle frontiere
Il SÌ chiaro e netto alla Legge sulle attività informative rivela l’importanza che il popolo accorda alla sicurezza mentre che la situazione internazionale evolve costantemente e che grandi flussi migratori si riversano sull’Europa. Tocca ora al Servizio d’informazione dedicarsi ai suoi nuovi compiti nella lotta preventiva al terrorismo, allo spionaggio, alla diffusione delle armi di distruzione di massa e ai loro vettori, come pure agli attacchi cibernetici contro strutture d’informazione critiche. Da parte sua, il Consiglio federale deve assicurare le funzioni di controllo prescritte dalla legge. Detto questo, l’UDC chiede ancora una volta che delle misure preventive contro il pericolo rappresentato dalla massiccia immigrazione di povertà verso l’Europa, siano prese sotto forma di severi e sistematici controlli delle frontiere, se necessario con il sostegno dell’esercito.

 
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