La Svezia non l’ha voluto come richiedente l’asilo, allora viene semplicemente in Svizzera. Ousman Sonko era ancora di recente ministro dell’interno in Gambia. Vi ha ordinato degli arresti arbitrari e perfino delle torture, si legge sul sito Internet della televisione svizzero-tedesca SRF. Dalla fine di novembre 2016, questo “rifugiato” è comodamente installato in un centro d’asilo del canton Berna, ha confermato il consigliere di Stato bernese Hans-Jörg Käser (PLR).
Secondo le organizzazioni per la difesa dei diritti dell’uomo, il Gambia rappresentava, sotto la dittatura di Yahya Jammeh, un regime di terrore che arrestava, torturava e uccideva i suoi critici. Il ministro Ousman Sonko era, secondo un servizio della SRF, una personalità chiave in questo regime: “Agiva come comandante delle truppe d’élite, capo della polizia e ministro dell’interno, giustiziando brutalmente e fedele agli ordini del presidente.”
Si fa fatica a intravedere un’azione umanitaria quando la Svizzera accoglie nella procedura d’asilo non solo i “perseguitati”, ma anche il presunto persecutore. Questa faccenda conferma una volta di più a che punto l’antica tradizione umanitaria della Svizzera sia oggi abusata da una politica d’asilo fuori luogo e arbitraria, voluta dalla maggioranza di sinistra del Consiglio federale e da funzionari incompetenti. Non sorprende che il Segretariato di Stato alle migrazioni (SSM) abbia tentato di dissimulare questo caso.
Questo caso è un esempio dei più illustrativi della politica d’asilo totalmente insensata voluta dalla consigliera federale socialista Simonetta Sommaruga. Contrariamente ad altri paese, la Svizzera lascia immigrare chiunque per la via dell’asilo, offrendogli una vita tranquilla a spese dei contribuenti. Il SSM di Sommaruga è completamente sopraffatto dagli avvenimenti e manifestamente accoglie a occhi chiusi tutti gli imbroglioni che bussano alla sua porta. La Svezia, membro dell’UE, ha avuto invece l’intelligenza di respingere questo rifugiato ministeriale.
L’UDC esige che Ousman Sonko sia immediatamente arrestato e rinviato in Svezia secondo l’accordo di Dublino o espulso nel suo paese. Essendo ormai il Gambia guidato da un presidente democraticamente eletto e avendo i ministri del vecchio regime – pare – abbandonato il paese, tutti i Gambiani accolti in Svizzera devono logicamente essere rinviati dalla Svizzera e lo statuto d’asilo di questi cittadini deve essere annullato. A seguito del cambiamento di regime, i motivi della fuga di queste persone non sono più validi.
L’UDC invita inoltre la consigliera federale Sommaruga a pubblicare immediatamente i nomi delle persone di questo genere che si trovano in procedura d’asilo (ministri, alti funzionari, ufficiali superiori, ecc.). I cittadini hanno il diritto di sapere quali persone entrano in Svizzera sotto la copertura dell’asilo per vivere alle spalle del nostro sistema sociale, e quindi dei contribuenti svizzeri. Non è tollerabile che le autorità svizzere accolgano consapevolmente dei criminali stranieri a titolo di diritto d’asilo. L’attuale sistema dell’asilo necessita evidentemente di una riforma in profondità in certi settori.