La pressione dell’UDC sta avendo effetto, i rappresentanti del PLR in Consiglio federale stanno finalmente rinunciando alla loro politica antiliberale e antieconomica e si stanno finalmente muovendo verso delle aperture. Tuttavia, il ritmo lascia alquanto a desiderare. Alla luce dei fatti, il Consiglio federale deve porre fine immediatamente alle restrizioni e riaprire tutti i settori economici in modo unitario.
Il fatto che il Consiglio federale abbia deciso oggi di allentare ulteriormente le restrizioni in vigore dimostra che la pressione dell’UDC ha portato a dei risultati e che i due rappresentanti del PLR in Consiglio federale si stanno finalmente allontanando dalla sinistra antieconomica con la quale sono scesi a patti sino a ieri. La decisione di oggi rappresenta anche l’ammissione indiretta da parte del Responsabile della salute pubblica Alain Berset che la decisione di chiudere le terrazze sulle piste da sci è stata presa senza alcuna base epidemiologica e che si è trattata quindi di una pura vessazione e dimostrazione di potere.
Anche se le decisioni di oggi puntano nella direzione giusta, restano pur sempre dei piccoli passi in quella direzione. Alla luce dei fatti, il Consiglio federale dovrebbe porre immediatamente fine alle restrizioni e revocare completamente il divieto di lavorare e di portare avanti l’attività nel campo della ristorazione, della cultura, dello sport e del tempo libero. Il fatto che 50 persone siano ammesse in un locale al chiuso, ma i ristoranti debbano ancora rimanere chiusi, è irrazionale e incomprensibile. Inoltre, c’è troppa confusione nelle regole.
La situazione economica è drammatica, interi settori professionali sono fermi per decreto federale. Questo si riflette anche nelle cifre attuali del mercato del lavoro:
Alquanto scandaloso è il fatto che, mentre lo stato paralizza l’economia e la popolazione deve stringere la cinghia, l’amministrazione federale continui a gonfiarsi. Nell’anno della crisi del Covid-19, gli impiegati a tempo pieno sono aumentati di 669 unità.
Chiesa: “La gente sta pagando un prezzo alto per delle misure sproporzionate”
Non c’è una base reale che giustifichi il mantenimento del confinamento parziale. A titolo di esempio, dal mese di febbraio 2021 c’è stata addirittura una sottomortalità, il che significa che in questo periodo sono morte meno persone del solito. Il fatto che la ristorazione, la cultura, lo sport e il tempo libero siano ancora fortemente limitati è quindi sproporzionato, dice il presidente dell’UDC Marco Chiesa. “La popolazione svizzera – soprattutto i giovani – sta pagando a caro prezzo queste misure dal punto vista sanitario, psicologico, economico e sociale”. Di fronte a questa situazione, egli dichiara che il Consiglio federale deve finalmente andare avanti e liberare completamente i cittadini dalla morsa dello Stato.
Chiesa nota con piacere che la pressione dell’UDC sta avendo effetto e che i consiglieri federali del PLR sono ora pronti a rimettere al suo posto il Responsabile della sanità Alain Berset: “I rappresentanti del PLR si stanno finalmente allontanando dalla sua politica anti-liberale, che distrugge posti di lavoro e aziende”.
Avanti con la vaccinazione e i test
Oltre alla fine immediata di tutte le chiusure, l’UDC esige un’accelerazione nella somministrazione dei vaccini alla popolazione e un’attuazione coerente della campagna dei test. “Il fatto che i centri di vaccinazione governativi siano rimasti chiusi durante il periodo pasquale è una goffaggine che non possiamo assolutamente permetterci”, critica Chiesa. Per ogni giorno di attesa si perdono decine di milioni di franchi. Il motto del presidente dell’UDC è chiaro: “Avanti con le vaccinazioni! Basta con le restrizioni!”