Il Consiglio federale ha deciso oggi (28.03.2018) di versare all’UE un ulteriore miliardo – in realtà 1,3 miliardi di franchi – per la coesione di Stati dell’Europa dell’est. E ciò senza alcuna contropartita da Bruxelles. L’UDC esige che un progetto di legge sia sottoposto al referendum affinché il popolo svizzero possa decidere su questo nuovo e inutile contributo all’UE.
La consigliera federale Doris Leuthard, allora presidente della Confederazione, aveva avuto parole forti commentando, il 21 dicembre, la decisione puramente politica dell’UE di riconoscere solo provvisoriamente l’equivalenza della borsa svizzera. Aveva perfino espresso dei dubbi sulla legalità del limite di questo riconoscimento a un anno. Il Consiglio federale prenderà delle misure per rispondere a questa “misura discriminatoria” dell’UE, aveva affermato a gran voce. Si trattava di sopprimere il diritto di bollo e di rivalutare il contributo della Svizzera all’estensione a est dell’UE, meglio noto come “miliardo per la coesione”. Oggi, il Consiglio federale sembra essersi spaventato di fronte alla sua stessa determinazione manifestata qualche mese fa. Come spiegare altrimenti, che mette in consultazione il progetto di offrire ancora una volta all’UE questo miliardo per la coesione, senza ottenere la benché minima contropartita da Bruxelles?
Bi sogna ricordare che, di principio, dei premi di questo genere per ottenere l’accesso al mercato sono una mostruosità dal punto di vista della teoria e del diritto al commercio. Non è uso né in accordi commerciali bilaterali, né in accordi mondiali (OMS), che il paese con il potenziale commerciale più piccolo versi a quello dal potenziale più grande un tale pagamento detto di compensazione. È una ragione in più, secondo l’UDC, per opporsi a questo versamento.
Bisogna anche che il contribuente svizzero, in vista della votazione chiesta dall’UDC, possa farsi un’idea precisa dei progetti che l’ultimo miliardo per la coesione è servito a finanziare. Ecco qualche esempio:
Oltre al miliardo per la coesione, ossia 1,1 miliardi di franchi, che si basa sulla legge per l’aiuto ai paesi dell’est, il Consiglio federale progetta di versare all’UE 200 milioni di franchi nel settore della migrazione basandosi sulla legge sull’asilo. Si tratta di un miscuglio di obiettivi che non hanno un rapporto diretto fra di loro, dunque di una violazione del principio dell’unità di materia. Il diritto in vigore esige la presentazione di due progetti legislativi separati.
L’UDC invita il Consiglio federale e tutti gli altri partiti a presentare al popolo un decreto sottoposto a referendum, affinché le Svizzere e gli Svizzeri possano decidere su questo versamento insensato di 1,3 miliardi di franchi per la coesione dell’UE. Cosa che chiede anche il consigliere nazionale Albert Rösti, presidente di UDC Svizzera, nella sua mozione del 15 marzo 2018 (in tedesco).