Il Consiglio nazionale ha inasprito le legge sul CO2 rispetto ai progetti del Consiglio federale e del Consiglio degli Stati. Concretamente, ciò significa che i privati e le imprese subiranno dei massicci salassi finanziari. È perciò evidente per l’UDC, che il popolo svizzero debba poter dire la sua, per cui sosterrà il referendum.
Non è stata una sorpresa: il risultato delle ultime elezioni parlamentari federali si è direttamente ripercosso sulla revisione totale della legge sul CO2. Un Consiglio nazionale fortemente scivolato a sinistra ha inasprito le legge sul CO2 contro la volontà dell’UDC. Questa revisione costa cara alla popolazione e all’economia. Essa prevede non solo una sfilza di nuovi divieti, tasse e prelievi, ma anche un aggravio della burocrazia.
Riscaldare, recarsi al lavoro, andare in vacanza – tutto costa più caro
Concretamente, la sinistra ecologista di tutti i partiti ha deciso di prelevare 12 centesimi supplementari per litro di carburante. In realtà, l’aumento ammonta tuttavia a 20 cts/litro, perché bisogna aggiungervi il finanziamento di una riduzione di 4 centesimi per i carburanti cosiddetti bio, come pure 4 centesimi per il fondo delle strade nazionali e il traffico d’agglomerato (FOSTRA), aumento che era già stato approvato in passato.
Ma non è tutto: a partire dal 2023, i valori limite d’emissione di CO2 dei riscaldamenti sono stati abbassati a tal punto che questa riduzione equivale in realtà a un divieto di nuovi riscaldamenti a olio. Il previsto aumento della tassa d’incentivazione a 210 franchi al massimo per tonnellata di CO2 emesso, rincara l’olio da riscaldamento di 27 centesimi al litro e comporta, per una famiglia media, un aumento degli oneri annuali di diverse centinaia di franchi. A ciò bisogna aggiungere un’altra decisione assolutamente antisociale, ossia una tassa da 30 a 120 franchi sui biglietti aerei a seconda della destinazione e un obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 irragionevole all’interno della Svizzera.
La sinistra ecologista salassa ancora una volta il ceto medio
Queste nuove tasse e prelievi approvati dalla sinistra ecologista colpiscono ancora una volta il ceto medio che lavora duramente. Per l’UDC è perciò evidente che le cittadine e i cittadini debbano avere l’ultima parola. Partendo dal principio che le organizzazioni economiche toccate da questi eccessi lanceranno il referendum contro la legge sul CO2, l’UDC ha deciso di sostenerlo.