Il controprogetto indiretto all’Iniziativa sui ghiacciai chiede un’eliminazione completa dei combustibili fossili – senza sapere in anticipo come il petrolio e il gas saranno sostituiti in futuro. Una decisione del genere avrebbe conseguenze devastanti per il nostro Paese, soprattutto nell’attuale crisi energetica. Gli errori della Strategia energetica 2050 non devono essere ripetuti in nessun caso. Nella sua riunione a Lugano (TI), il gruppo parlamentare UDC ha respinto all’unanimità il controprogetto indiretto.
La Strategia energetica 2050 ha fallito sotto ogni aspetto. Il risultato di questa politica energetica totalmente errata, ideologica e rosso-verde sta attualmente colpendo la Svizzera con forza. In inverno, rischiamo di rimanere senza elettricità, con conseguenze catastrofiche per tutti gli abitanti del nostro Paese. Ma invece di fare finalmente il suo lavoro e di garantire un approvvigionamento energetico sicuro, conveniente e indipendente, il Ministro dell’Energia Simonetta Sommaruga si attiene all’inefficace strategia energetica e lascia ad altri il compito di ripulire il disastro che ha causato.
Nell’attuale crisi energetica, è del tutto incomprensibile che la maggioranza di centro-sinistra del Consiglio federale e del Parlamento vogliano continuare a seguire il percorso accidentato della politica energetica e ripetere gli errori della Strategia energetica 2050 con il controprogetto indiretto all’Iniziativa Ghiacciai. Il controprogetto prevede di fissare per legge l’obiettivo di emissioni nette di gas serra pari a zero entro il 2050. Questo obiettivo deve essere raggiunto eliminando completamente i combustibili fossili – senza sapere se avremo mai abbastanza energia alternativa, soprattutto elettricità, disponibile.
L’UDC respinge chiaramente la controproposta indiretta e decide all’unanimità di chiedere il ritiro della proposta nella sessione autunnale. Finché non sarà chiaro come le energie fossili possano essere sostituite in modo economico, sicuro e indipendente, non si può decidere di abbandonarle. Il gruppo parlamentare dell’UDC si appella anche al Consiglio degli Stati affinché decida almeno di sospendere l’iter relativo alll’iniziativa sui ghiacciai e al controprogetto indiretto nella sessione autunnale.
Sicurezza alimentare e Stato S: qualcosa deve finalmente muoversi qui
Anche la situazione relativa all’approvvigionamento alimentare della popolazione svizzera è preoccupante. Attualmente, il grado di autosufficienza del nostro Paese supera di poco il 50%. In parole povere, questo significa che quando le cose si fanno difficili, solo una persona su due avrà del cibo nel piatto.
Allo stesso tempo, prosegue l’immigrazione di massa: solo quest’anno, potrebbero arrivare nel nostro Paese più di 200.000 persone in più. Uno dei motivi è la generosa ammissione di rifugiati di guerra dall’Ucraina con lo Status S. L’UDC chiede al Governo federale di elaborare soluzioni per abolire nuovamente questo Status S. Secondo la Legge sull’asilo, gli ucraini hanno automaticamente diritto a un permesso di soggiorno B dopo 5 anni di permanenza in Svizzera e vi rimarranno. Poiché la guerra in Ucraina potrebbe durare a lungo, la rotta deve essere stabilita ora. Deve anche essere regolato il modo in cui la Svizzera tratta gli ucraini che entrano in Svizzera dai Paesi confinanti con l’Ucraina. Allo stesso tempo, la situazione con i richiedenti asilo provenienti da altri paesi sta peggiorando: da mesi, le autorità di frontiera registrano un numero crescente di migranti richiedenti asilo, soprattutto dal Nord Africa.
Poiché sia la sicurezza in materia di approvvigionamento alimentare che la regolamentazione dello Status S sono urgenti, l’UDC richiede una sessione straordinaria nella sessione autunnale per trattare le seguenti proposte: