È previsto che il Patto mondiale dell’ONU per le migrazioni sia definitivamente adottato in dicembre in Marocco. UDC Svizzera invita il Consiglio federale a non firmare questo documento. Quest’accordo, infatti, non è compatibile con una gestione indipendente dell’immigrazione nel nostro paese, dunque con la sovranità svizzera. Il suo scopo è di garantire una “migrazione sicura, ordinata e regolare”, permettendo ai migranti di accedere più facilmente ai paesi di loro scelta, indipendentemente dalle loro qualifiche. Esso creerà degli itinerari legali, introdurrà una censura mediatica per assicurare dei servizi equilibrati nei media, dei corsi della lingua del paese di destinazione già nel paese d’origine del migrante, faciliterà il ricongiungimento familiare, come pure il trasferimento di denaro verso il paese d’origine.
Partendo dalla risoluzione “Dichiarazione di New York sui rifugiati e sui migranti” del 19 settembre 2016, l’ONU ha preparato, sotto la guida dei capi delle missioni svizzera e messicana, un “Programma globale di migrazione e di sviluppo”. Il 13 luglio 2018, questo Patto globale per le migrazioni (Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration) è stato adottato dall’assemblea generale dell’ONU ed è previsto che i capi di Stato e di governo lo approvino formalmente nell’ambito di una conferenza internazionale organizzata in Marocco.
Questo Patto per le migrazioni dell’ONU non è certamente vincolante in termini giuridici e costituisce soltanto un impegno politico. La redditizia industria della migrazione sfruttata dalle ONG ne saprà cionondimeno approfittarne per chiedere nuovi programmi d’incentivazione statale che costeranno milioni ai contribuenti – e che senza dubbio otterrà, grazie alla compiacenza dell’attuale ministra della giustizia. La DSC afferma già sin d’ora che il patto dovrà contenere dei meccanismi applicabili dagli Stati e chiede un impegno vincolante dai paesi firmatari. È quindi solo una questione di tempo, perché questo patto faccia parte del diritto internazionale e sia, di fatto, anteposto alla Costituzione federale. L’UDC invita perciò il Consiglio federale a dire NO già sin d’ora.
Si fa fatica a crederlo, ma è purtroppo una realtà: un capo-missione svizzero ha avuto un ruolo di primo piano nell’elaborazione di questo documento che avrà delle conseguenze disastrose per l’Europa in generale e per la Svizzera in particolare. L’ha fatto su mandato del ministro svizzero degli affari esteri? Ci si pone la domanda a sapere se la direzione del DFAE a Berna abbia volontariamente sostenuto le esigenze totalmente irrealistiche del Patto per le migrazioni o se essa non sia cosciente degli errori dei suoi diplomatici a New York.
Richieste delle l’UDC:
Ecco qualche esempio delle esigenze assolutamente irrealistiche alle quali dovrebbe assoggettarsi la Svizzera: