Il Consiglio federale, nella sua riunione di domani, deve revocare il blocco imposto a livello nazionale alle attività di negozi e ristoranti, pur mantenendo i concetti di protezione. Allo stesso tempo, i test alle frontiere devono essere rafforzati. L’UDC si impegna nel proteggere efficacemente le persone più vulnerabili senza, per contro, distruggere aziende e posti di lavoro. Altrimenti saremo chiamati a fronteggiare danni incommensurabili a lungo termine sia per la salute pubblica che per l’economia nazionale.
Tutte le cifre chiave relative alla pandemia in corso sono diminuite significativamente: il numero di persone infettate, il tasso di mortalità e il cosiddetto indicatore di riproduzione (tasso R). Allo stesso tempo, i costi derivanti dalle misure decretate dal responsabile della Sanità pubblica svizzera Alain Berset e dalla maggioranza di centro-sinistra del Consiglio federale stanno aumentando in modo esponenziale. L’attuale “lockdown” sta divorando ben 6 milioni di Franchi all’ora, ossia circa 8,5 miliardi di Franchi entro la fine febbraio, senza contare i danni economici collaterali causati dalla politica del Consiglio federale. In questo contesto, l’UDC chiede urgentemente al Consiglio federale:
Con il tasso R sceso al di sotto di 1, non c’è più nulla che giustifichi il blocco imposto lo scorso 13 gennaio, anche secondo gli stessi standard del Consiglio federale. Va ricordato che in dicembre il Consiglio federale aveva annunciato delle eccezioni per i cantoni con un tasso R inferiore a 1.
Errore politico fatale
Da mesi l’UDC si impegna in modo coerente per una strategia di controllo del virus efficace e proporzionata, senza distruggere l’economia e i posti di lavoro e che non sia causa di enormi danni sociali. La priorità va data alla protezione di coloro che sono particolarmente a rischio, cioè gli anziani e le persone con gravi condizioni di salute preesistenti. Il Consiglio federale ha criminosamente ignorato l’appello urgente dell’UDC affinché vengano introdotti concetti di protezione nazionali efficaci nelle strutture sociosanitarie. La tragica conseguenza: più della metà delle morti legate al virus Covid-19 sono avvenute proprio in queste strutture.
Anche le conseguenze psicologiche dell’isolamento, soprattutto per i giovani, non devono essere sottovalutate. La depressione e altre malattie mentali, come risultato dell’isolamento imposto, stanno aumentando notevolmente portando, in casi estremi, anche al suicidio.
La maggioranza sostiene l’UDC
La maggioranza della popolazione sostiene le posizioni dell’UDC. L’ultimo sondaggio condotto per conto della SSR SRG lo conferma: “Nel fine settimana prima della corrispondente decisione del Consiglio Federale, il 56% degli intervistati non approvava la chiusura dei negozi che non vendono beni di prima necessità”. Questo è il risultato più importante del sondaggio. Vi è inoltre una “chiara maggioranza” della popolazione svizzera contraria alla chiusura delle scuole.
Già nel marzo 2020, l’UDC aveva presentato una chiara strategia per combattere il virus Covid-19. Essa si basava su degli obiettivi prioritari: “protezione dei gruppi a rischio” e “impegno costante nella tutela degli interessi dei cittadini e dell’economia”. Se le richieste dell’UDC venissero finalmente applicate in modo coerente, potremmo contrastare con successo il virus. Queste includono:
L’UDC esorta il Consiglio federale a concretizzare queste efficaci misure di protezione e di controllo e a revocare il dannoso blocco con effetto immediato.