Comunicato stampa

Propaganda di Stato contro la democrazia diretta

La Commissione federale delle migrazioni (CFM) e la Commissione federale contro il razzismo (CFT) s’immischiano indebitamente nella campagna di voto sull’iniziativa per l’autodeterminazione. L’UDC protesta contro questa azione fuori luogo e ingiunge a queste due commissioni di ritirare immediatamente la loro presa di posizione che non poggia su alcuna base legale.

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Nel loro comunicato stampa, la CFM e la CFR si pronunciano contro l’iniziativa per l’autodeterminazione. Esse vi affermano in maniera menzognera che questa iniziativa indebolisce i diritti dell’uomo e la certezza del diritto. Queste due commissioni ufficiali della Confederazione sostengono così il fronte degli avversari dell’iniziativa che, con una crassa campagna diffamatoria, cercano di minare alla base la democrazia diretta della Svizzera.

Non esiste assolutamente alcun legame fra il contenuto dell’iniziativa per l’autodeterminazione e il mandato delle due commissioni. Questa iniziativa è un progetto puramente politico che mira ad ancorare nella Costituzione federale una gerarchia giuridica in vigore fino al 2012. Essa esige unicamente che la costituzione federale approvata democraticamente sia prioritaria rispetto al diritto internazionale non cogente. Ciò significa che questa iniziativa non ha nulla a che vedere né con la migrazione né con il razzismo. D’altronde, la CFM e la CFR si guardano bene, nel loro comunicato, di stabilire tale rapporto. In altre parole, queste due commissioni, che hanno il dovere della neutralità politica, intervengono in maniera illecita in una campagna di voto.

L’UDC ingiunge alla CFM e alla CFR di ritirare il comunicato stampa del 25.10.2018 e di limitarsi a eseguire il loro mandato legale. Inoltre, invita il Consiglio federale, che è l’autorità di sorveglianza in questo campo, a esaminare più in dettaglio le attività di queste commissioni e a interrogarsi sulla loro reale necessità. Non è accettabile che delle commissioni finanziate con denaro dei contribuenti s’immischino in una campagna di voto che non ha alcun rapporto con il loro campo d’attività. Apparentemente, queste commissioni sono finanziate troppo generosamente, se dispongono di risorse che permettono loro d’immischiarsi in votazioni che non le riguardano.

 
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