La Svizzera segna il passo. Finalizzando l’accordo di libero scambio (ALS) con l’India, il nostro Paese dimostra lungimiranza. A differenza del trattato di sottomissione con l’UE, questo ALS si basa su una partnership di parità. Con questo accordo, la Svizzera punta su un’economia dinamica e orientata al futuro, riducendo così la propria dipendenza dall’UE.
L’UDC è sempre stata a favore di relazioni commerciali internazionali variegate. Per la nostra economia, di dimensioni contenute ma aperta, è essenziale disporre di alternative all’UE. Come vicepresidente del gruppo parlamentare Svizzera-India riconosco il successo significativo ottenuto dal consigliere federale dell’UDC Guy Parmelin e dal suo team.
Sono diventato membro del Consiglio nazionale e della Commissione degli affari esteri 14 anni fa, periodo in cui la Svizzera iniziava già a trattare con l’India. Sotto la guida del nostro ministro dell’Economia, che è una persona alla mano, abbiamo realizzato progressi notevoli.
Vi sono due aspetti che ritengo particolarmente importanti. In primo luogo, l’India rappresenta un’economia dinamica con un vasto potenziale, dal quale le nostre aziende potranno trarre vantaggio. In secondo luogo, questo accordo dimostra che il libero scambio è possibile anche con grandi partner al di fuori di strette relazioni istituzionali.
Le negoziazioni si sono svolti tra pari, trovando delle soluzioni favorevoli per tutti. Non è un caso che la Svizzera faccia parte dell’AELS, l’Associazione europea di libero scambio, che si propone come alternativa economica al colosso politico dell’UE. L’EFTA promuove esclusivemante il libero scambio, e nient’altro. Parmelin ha negoziato con l’India a nome dell’EFTA. Questa associazione comprendendo anche Norvegia, Islanda e Principato del Liechtenstein, ha convinto l’India a concludere il suo primo accordo di libero scambio globale in Europa, lasciando l’ingombrante UE in una posizione relegata.
L’UDC accoglie con entusiasmo questo accordo, pur intendendo esaminare attentamente le disposizioni sul ricongiungimento familiare per i lavoratori e il diritto di soggiorno per gli studenti. Un accordo commerciale dovrebbe facilitare lo scambio di beni e servizi, non necessariamente il trasferimento di persone.