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Sanità

Evitiamo di mettere il carro davanti ai buoi? Votiamo NO all’iniziativa de Il Centro «per un freno ai costi»

Sono gli stessi ambienti che hanno stretto uno scellerato accordo con i partiti di sinistra per aggirare il freno all’indebitamento che ora chiedono l’introduzione di un freno ai costi nel settore sanitario. A differenza del collaudato freno all’indebitamento federale, il principio del nuovo freno ai costi è inadeguato e addirittura dannoso.

Alain Bühler
Alain Bühler
(TI)
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Collegare i costi sanitari all’andamento dei salari, come proposto dall’iniziativa, non ha senso. È lampante il fatto che dal 1996 (introduzione della LAMal) i salari sono aumentati in termini assoluti molto più dei premi. In una situazione di crisi economica e di forte disoccupazione, le prestazioni dovrebbero quindi essere pesantemente ridotte in tutti i settori della sanità.

Inoltre, gli autori dell’iniziativa non dicono dove o come si dovrebbero ridurre i costi. Diminuendo le consultazioni mediche? Posticipando gli interventi? Tagliando le spese per ospedali, assistenza domiciliare, medici, psichiatri, fisioterapisti, personale infermieristico, ecc.? Come se fosse tutto così semplice. Il Parlamento approva semplicemente un pacchetto di misure di riduzione dei costi dopo l’altro, senza alcuna reale cognizione di causa e senza obbiettivi specifici, ma creando ancora più burocrazia. Tagli simili sarebbero in netto contrasto con l’iniziativa sulle cure infermieristiche approvata dal Popolo svizzero.

Il controprogetto indiretto del Parlamento prevede, invece, obiettivi pragmatici di contenimento dei costi che coinvolgono sia i Cantoni che i partner tariffari (assicurazioni sanitarie, associazioni ospedaliere, medici, ecc.). In questo modo si evita il razionamento e la riduzione della qualità delle cure che l’iniziativa comporterebbe.

La disposizione transitoria dell’iniziativa è ancora più problematica: un aumento salariale dell’1% con un aumento dei premi dell’1,2% (un quinto) obbligherebbe già il Consiglio federale, con il coinvolgimento dei Cantoni, ad adottare misure che entrerebbero immediatamente in vigore l’anno successivo. In primo luogo, il tetto dei costi è troppo basso per essere realistico e, in secondo luogo, la scadenza per l’elaborazione parlamentare ordinaria del progetto di legge (compreso il diritto di lanciare un eventuale referendum) è assolutamente impossibile da rispettare.

Su un tema delicato come la sanità, evitiamo di mettere il carro dinanzi ai buoi. Affinché il controprogetto indiretto, più realistico, possa entrare in vigore, dobbiamo votare NO all’iniziativa «per un freno ai costi» il 9 giugno.

Alain Bühler
Alain Bühler
(TI)
 
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